Di: Giulio Pontiggia
Io e mio figlio a volte ci occupiamo di calcio mercato. Lui tende a fare Ottolini, io, non so perché, mi sento più Spors, mi piace pensare a livello internazionale.
Per la fascia sinistra del Genoa, che certamente va potenziata, siamo indecisi su chi prendere. Io propendo per Dimarco che mi sembra veramente completo, lui per Theo Hernandez. Il primo costa anche meno, sui 25 milioni, mentre Theo non si sa bene perché sembra un tantino caro, sui 60 milioni.
Poi c’è da rinforzare il centrocampo, abbiamo detto, con qualcuno che velocizzi e verticalizzi un po’ la manovra, stante che Strootman non è proprio un regista, Frendrup è più un’incontrista che un player, Badelj davvero non regge oltre mezz’ora di gioco e anche Iaghiello fatica un po’. Anche qui le milanesi non offrono brutte soluzioni; tra Barella e Tonali forse prenderemo quest’ultimo, costa circa 50 milioni, si può fare.
Infine c’è da prendere la seconda punta che giochi vicino a Coda, uno veloce, cazzuto e potente, magari nero, che fa chic. Scarteremmo Leao, non perché costa 85 milioni, quello non sarebbe un problema, ma perché è un pochino discontinuo, gioca un po’ troppo per sé e poi che c’ha sempre da ridere? Ci orienteremmo più su Dybala; non è nero, è solo argentino, e non è esattamente il profilo che pensavamo, però abbiamo visto che vicino ad una prima punta come Abraham qualcosa combina; e poi costa solo 30 milioni, è molto conveniente.
Ecco molti tifosi del Genoa, per fortuna non tutti, ragionano in questo modo.
Non stanno lì a vedere, per esempio, il valore delle rose: Milan 574 milioni, Inter 556, Napoli 538. Poi Cremonese, ultima di A, 69 milioni. Genoa 46 milioni.
Non si ricorda, o meglio colpevolmente tralascia, che oltre ai circa 150 milioni che i 777 Partners han messo per acquistare la società sono venuti fuori debiti pregressi non contabilizzati in bilancio (ahi ahi che brutta cosa) e tasse non pagate dalla precedente gestione, debiti che la società sta provvedendo a ristrutturare e pagherà secondo i tempi di un piano di rientro.
Non si interessa nemmeno del percorso che porterà il Genoa ad avere un suo centro sportivo unico con campi, palestre, foresterie e servizi, delle giovanili ancora più competitive di quelle, già molto forti, che si vedono ora, una squadra femminile di buon livello.
Questo tipo di tifoso va allo stadio ad urlare (e ci sta) e poi provvede a scaricare i suoi livori esistenziali postando scemenze e oscenità sui social.
Spesso mi chiedo cosa ha spinto questi americani a rilevare una caccola come il Genoa, una società ridicola e scassata, piena di problemi e di debiti; chi gliel’ha fatto fare di caricarsi di questo fardello per sentirsi bersagliati di idiozie da una parte non piccola della tifoseria.
Forse sono inconsapevolmente masochisti e quindi si sono sentiti attratti da una piazza tra le più masochiste del pianeta.
Forse sono troppo forti con le loro 49 aziende, 600 dipendenti pagati e 3 miliardi di dollari di asset a livello internazionale per preoccuparsi su chi usa il suo tempo sui social in un certo modo.
Mah.
Va bene, ora vi lascio, devo telefonare al procuratore di Messi, certamente vorrà chiudere la sua carriera vestendo la maglia più antica (e anche più bella) d’Italia.
Di: Giulio Pontiggia