21 Novembre 2024
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Genova

SUDORE

Nessuno può dire che il calcio, tantomeno noi che ne abbiamo fatto motivo di fierezza, non sia anche sudore e maglietta bagnata.
Certo, la qualità spesso e volentieri batte il sudore, innegabile.
La maglietta bagnata non basta, ma…

Ho ancora negli occhi l’azione che ha portato al gol di Coda, perfetta, studiata, di qualità.
Finalizzata ottimamente dal nostro centravanti.
Non parliamo poi dello stacco di Puscas al 94°, perfetto, studiato, di qualità.
L’attimo in cui rimane lì, sospeso in aria, quella frazione di secondo in più per colpire il pallone di testa con precisione e potenza, ci ha lasciato senza fiato.
Ma se riavvolgiamo il nastro e guardiamo la partita con gli occhi di chi ogni giorno se la suda, di chi ha la maglietta bagnata come una seconda pelle, non possiamo non vedere un ragazzo che gioca sulla fascia.
Un ragazzo con la maglia numero 2 come il terzino destro di un tempo.

Anni 70/80 del secolo scorso.
Il terzino destro indossa rigorosamente la maglia numero 2.
Deve marcare l’ala sinistra avversaria o in alternativa il 10 avversario, spesso il giocatore più pericoloso.
L’ala sinistra in genere è estrosa, scende sul fondo a crossare.
A volte converge verso l’area per l’ultimo passaggio al centravanti.
Compito del terzino destro è impedire tutto questo, in ogni modo, con ogni mezzo.
La linea del centrocampo, tranne in rarissime occasioni, il terzino destro non deve superarla.

Dagli anni ’90 del secolo scorso, guarda caso quando nasce il nostro terzino destro con la maglia numero 2, le cose incominciano a cambiare, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Il terzino destro diventa esterno destro.
Cambia il nome e cambia la richiesta.
Le cose si complicano, gli altri ruoli, più o meno non cambiano, quello degli esterni aggiunge sudore a sudore.
Il rischio di brutte figure aumenta, ogni errore, in difesa, ma anche in attacco, eh si, perché l’esterno deve attaccare, saper crossare bene oltre che marcare l’avversario, diventa motivo di critica, di bocciatura, di pagella negativa.
Numeri per valutare un essere umano!
Che tristezza le pagelle in ogni campo della vita!

Stefano Sabelli, maglia a quarti rossoblú numero 2 queste cose le sa perfettamente.
Le vive da sempre, avanti e indietro sulla fascia destra, o alla bisogna, su quella opposta.
La maglia bagnata è una seconda pelle, di mollare non se ne parla.
Critiche su critiche, sbagli, recuperi, giocate di qualità, niente gli toglie di dosso quella maglietta bagnata con il numero 2.
Sudore, è quello che chiediamo ai nostri giocatori, sudore e attaccamento alla maglia.
E allora cosa ha che non va Stefano Sabelli?
Niente, assolutamente niente, anzi!
Impegno, grinta e novanta minuti su e giù dalla fascia non mancano mai.
A volte sbaglia, chi non lo fa, per generosità o per limiti tecnici, ognuno ha i suoi.

Sabelli non si tira mai indietro, umiltà e sudore, non è un numero uno, il suo numero è il 2!
Sudore e maglietta bagnata!
Sul gol di Coda, se il portiere l’avesse respinta, Sabelli, terzino destro, sarebbe stato il primo a potere ribattere in rete dopo una corsa di settanta metri in sovrapposizione.
Per non parlare del tacco di Aramu uscito di un soffio.
Sudore e maglietta bagnata!
Da chi scaturisce il passaggio?

94° di una partita quasi tutta giocata bene, con padronanza del campo, venti minuti di leggera flessione, ci sono anche gli avversari non dimentichiamocelo, il Benevento , per ora, è riuscito a pareggiare.
94° di una partita che avresti dovuto chiudere, con qualità, nel primo tempo.
94° il NOSTRO numero 2 è nella metà campo avversaria a stillare l’ultima goccia di sudore.
Vince un contrasto e ruba palla ad un avversario sulla fascia destra.
Senza pensarci un attimo lascia partire un lungo cross verso il cielo a ricordarci che il calcio, e soprattutto il Genoa e la vita, sono fatti anche di sudore e maglietta bagnata.
Non è finita, non è mai finita, non finirà mai!
Forza Genoa!

Alberto Scotto
Alberto Scotto
Alberto Scotto nato e cresciuto a Marassi, vive e lavora nei Caruggi. Insieme alla passione e all'amore per la lettura, per la vita all'aria aperta, per la socialità, per la sua compagna di vita e i tre grifoncini che le svolazzano intorno coltiva, irrimediabilmente, la passione e l'amore per il dannato vecchio CFC. "Il Genoa è l'irrazionale a cui abbandonarsi e lasciarsi trasportare"

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