La partita l’avevo già vista scivolarci via dalle dita. Perché solitamente in queste situazioni siamo capaci di suicidi sportivi al limite del fantascientifico.
Mettiamoci pure un arbitraggio grottesco, con un reparto var anche peggiore.
Qui mi fermo per non entrare in discorsi troppo complessi…insomma, c’erano tutti gli ingredienti dell’ennesima frittata rossoblù. Ed invece no.
Il Genoa è stato solido, combattivo e non ha ceduto. Una prova di forza e di carattere. E qui, più che con gli schemi e le tattiche, si è visto quanto il Genoa sia una squadra forte.
Tutti si sono aiutati, tutti hanno lottato, tutti hanno vinto. E credo che i meriti siano tutti del mister, che tiene in pugno il gruppo e lo rende vivo.
Eclatante esempio è Tourè: entrato in campo dopo mesi di naftalina, con una buona condizione fisica e soprattutto mentalmente calato nella partita. Non sarà Vieirá, ma potrà essere utile in questo campionato.
Ma tutti i ragazzi, dal primo dei titolari all’ultimo dei subentrati, sá quello che deve fare e soprattutto lotta. Per quanto riguarda il campo, fino al rigore demenziale dato al Cosenza, seppur con l’uomo in meno, il Genoa ha dominato.
Per come era stata preparata e giocata, in 11 contro 11, il risultato poteva essere molto abbondante. Sicuramente le scellerate valutazioni arbitrali hanno pesato, ma tatticamente Blessin non ha sbagliato nulla, sia nei cambi, che nelle tempistiche e nell’atteggiamento. La squadra è rientrata in campo nella ripresa tranquilla, sapendo che fare e senza timore o preoccupazioni.
Speriamo si inizino a riconoscere i meriti del nostro mister, che nelle ultime partite ha dimostrato intelligenza calcistica (anche se a sentire certi, questa folgorazione e figlia dei loro input su social, carta stampata e tubo catodico).
Ma il Genoa è squadra, è unito, e compatto. Questa è la sua forza.
OVUNQUE E COMUNQUE