Letale sottoporta come un cobra, capelli e carnagione scuri, piccolo di statura, pronto ai guizzi in area di rigore, dal tiro secco e preciso, divenne un idolo della Nord.
Sembrava un po’ Gerd Mueller con i suoi 175 centimetri di pura potenza. Era l’estate 1985 quella accompagnata come sottofondo musicale da “L’estate sta finendo” dei Righeira e Gigi Marulla approdava al Genoa con il Presidente nuovo di pacca Aldo Spinelli (vattene).
Si accendeva un altro derby, noi compravamo il centravanti del Cosenza Luigi Marulla detto Gigi, bomber in C e gli altri acquistavano dal Catanzaro Pino Lorenzo. Entrambi di origini calabresi e tutti e due con 18 reti segnate in serie C.
Estate 1986, Gigi gioca con Cervone, Eranio, Faccenda, Policano, Tacchi, Testoni e Torrente. Columbus Cup 40mila spettatori a Marassi per la finale con il Milan. Con una girata di testa, lui che non era altissimo, su calcio d’angolo segna il gol del 2-2 al 90°. In campionato però il Genoa delude.
Nel 1986-87, Marulla giustizia nuovamente il Milan sempre alla Columbus Cup. Un gol pazzesco: fuga di Cipriani sulla sinistra, palla a Marulla che si libera seccamente di Maldini e con un preciso rasoterra perfora Giovanni Galli.
Quell’anno il Genoa sfiorò l’impresa. Gigi realizzò 10 gol nonostante un lungo infortunio che ci penalizzò.
Penultima partita decisiva contro il Taranto in lotta per la salvezza sul neutro di Lecce. Sconfitta tremenda per 3 a 0 e niente spareggi. Inutili le recriminazioni post gara sulla direzione di Lo Bello e sulla scelta del campo.
Sicuramente non aiutò giocare quel match con quella orribile maglia giallo zafferano, amuleto oscurantista dell’epoca Spinelli che a mio parere sarebbe riuscita anche a battere, nella scianca degli orrori, quella terza maglia in stile Argentina adottata dal signor Brogetto anni dopo.
Anche nel 1987 Gigi faceva parte della squadra rossoblù, l’anno di Modena e fu ancora una volta decisivo la partita precedente che vide imporci per 2 a 1 sul Piacenza.
L’addio e poi ancora calcio anche come allenatore fino a che nel 2015 fu colto da malore.
Il ricordo di una bella persona, di un giocatore di grande talento e modernità che non ha avuto dal calcio quanto avrebbe meritato.
Noi Genoani lo abbiamo amato davvero anche per quella saudade che Gigi aveva della sua terra e che forse non lo fece rendere al meglio.
Grazie Gigi!