Sul finire del secondo tempo di Venezia-Genoa (una settimana fa) Kelvin Yeboah parte palla al piede sulla trequarti avversaria. Punta dritto verso la porta, entra in area, fa fuori due uomini, scambia con Gudmunsson che gli restituisce la palla con un cross perfetto e segna con un imperioso stacco di testa.
Tripudio. Si sprecano i “l’ho sempre detto io che questo è forte”.
Ieri sera Kelvin Yeboah (nazionale under 21) compie due errori piuttosto grossolani sotto porta e diventa un brocco che potrebbe si e no giocare in serie D.
Ora, che il Genoano e il concetto di “equilibrio” siano due entità lontane anni luce lo sappiamo, va anche bene, e mi metto anche io purtroppo nel calderone dei tanti squilibrati che hanno contribuito in passato a non far esprimere al meglio una serie di giocatori, fischiati e insultati al primo passaggio sbagliato e poi rimpianti una volta ammirati con altre maglie.
Nel bene e nel male da sempre siamo fatti così. Siamo migliorati, forse, ma non ancora in maniera decisiva.
Voglio esprimere un concetto semplice e, forse, anche un po’ impopolare.
Al netto della bieca stampa cittadina, banderuola per definizione (tranne rari casi, ovvio) e al netto dei tanti “genoani” tossici che sperano che il Genoa vada male per poter dire “io l’avevo detto” (gente malata, gente che non cago nemmeno, gente che blocco all’istante sui social, gente che certe pagine social molto serie che seguo e apprezzo dovrebbero bannare all’istante invece di continuare a interagirci) mi preoccupa la TROPPA PRESSIONE che addosso a questa squadra rischiano di mettere tanti Genoani VERI, persone che stimo tanto, persone che amano profondamente i nostri colori. Persone intelligenti, preparate calcisticamente e spesso anche parecchio seguite che dovrebbero placare gli animi e non gettare benzina sul fuoco.
Tutto fatto di sicuro in buona fede, ci mancherebbe. Ma tutto anche un filino pericoloso.
Siamo al 21 agosto ragazzi. Calma un attimo.
Oggi arriva Aramu, molto probabilmente la prossima settimana Puscas e altri due potenziali titolari.
Saremo assolutamente competitivi per giocarci la promozione diretta ma vi svelo un segreto: il campionato non lo ammazzeremo proprio per niente.
Ieri avremmo meritato non di vincere ma di stravincere. Abbiamo pareggiato.
Con una diretta concorrente che ha parcheggiato un bilico davanti alla porta e ha iniziato a distribuire panini con la salamella e calci a caso.
This is the “serie B”, baby.
Arriveremo a ventimila abbonamenti.
Una roba pazzesca, commovente, di grandissimo rilievo.
Invaderemo tutta l’Italia con trasferte oceaniche. Figata.
MA
Sarà un campionato non duro, durissimo.
Parafrasando il Prof Scoglio mi viene da dire:
“Chi si sente già in serie A posi la sciarpa e l’abbonamento e vada a fare delle gite”.
Lo dico prima di tutto a me stesso e poi ai miei amici: se malauguratamente a Pisa perdessimo evitiamo di chiedere la testa di Blessin, di fare tragedie greche.
Trasmettere passione alla squadra è fondamentale. È il valore aggiunto tramite cui tante e tante partite le ha vinte la Nord, più che il Genoa.
Trasmettere troppa pressione, soprattutto adesso, può risultare invece assai deleterio e potremmo poi mangiarci le mani a maggio ricordandoci in ritardo di certe parole di Osvaldo Bagnoli.
Concludo con un’ultima osservazione e mi scuso per la lungaggine.
Io attualmente non scambierei MAI la nostra situazione con quella di certe compagini di serie A…
Chi ha comprato il Genoa non lo ha fatto per filantropia ma per GUADAGNARCI nel medio termine. E meno male, aggiungo.
Ciò, tuttavia, passa attraverso un progetto di ricostruzione su macerie devastanti che molti forse hanno già dimenticato o fanno finta di non ricordarsi.
Qualcuno forse rimarrà in serie A facendo quei 2-3 prestiti onerosi che ti dissanguano e ti fanno fallire. Stile Genoa degli ultimi anni.
Noi siamo finalmente in un mood totalmente diverso e, grazie alla nuova proprietà prepariamo la trasferta di Pisa e non quella di Albisola, dove saremmo certamente finiti in mano alla vecchia proprietà.
In alto le pinte e FORZA GENOA!!!
MICHELE BITOSSI