Colleghi Genoani,
Ho visto per la prima volta una partita a 3 anni, sulle spalle di mio padre, un portuale della chiamata,.nella nord. Lui mi teneva sulle spalle perché la nord era piena e non vedevo nulla.
Era un derby estivo ma pioveva e avevo sulla testa il cappello di tela cerata di mio padre.
Eravamo venuti in moto col Galletto Guzzi di papà.
La gradinata era zeppa e tutti erano stretti e in piedi.
Io non capivo molto di tutto quel casino ma ad un certo punto la gradinata esplose in un urlo impressionante (credo il Genoa abbia segnato).
La gente urlava e saltava e il cemento delle gradinata tremava.
Ero spaventato ma mio padre mi disse: “non aver paura, sono contenti, è amore!”
Quell’affermazione mi tranquillizzò e pensai che un amore cosi grande da scatenare un tale casino doveva essere una roba veramente speciale.
Ho fatto il primo abbonamento a 14 anni.
Da quel momento sono passati 60 anni.
Anni fa durante una partita non sono stato bene e ho preferito non andare più per non rischiare. Emozioni troppo forti per uno che al campo soffriva troppo.
Da piccolo giocavo nel Genoa Club Grifone, in un campetto ai lati del Bisagno, in fondo a corso Montegrappa.
A nove anni il Genoa organizzò su quel campetto un provino.
Ci saranno stati almeno 80 ragazzini.
Partitelle 5 contro 5.
Nel casino generale su un fallo laterale mi smarco per farmi dare il pallone.
Un dirigente mi chiama e mi fa uscire dal campo. Ho pensato … ora mi mandano via.
Invece quel signore mi disse: “presentati domani alle 15 al campo di Pra Palmaro.
Da quel giorno sono stato 8 anni nel NAGC del Genoa.
Non ero un fenomeno. Giocavo ala sinistra e facevo qualche golletto.
Per me era un grande orgoglio indossare quella maglia.
Me la mettevo anche per andare a scuola sotto il maglione.
Abitavo a Manin e se non giocavo la domenica scendevo la famosa scalinata di via Montaldo e andavo alla partita.
Una domenica ci fecero giocare a Marassi prima di un Genoa Spal.
Che emozione! Il campo era enorme e le mie galoppate sulla sinistra sembravano maratone.
Feci uno scatto e lanciai in gol un mio compagno.
Gradinata e distinti applaudirono.
Mi sentivo un re.
Applaudito nel mio stadio dai miei tifosi con la maglia del Genoa addosso. Fantastico!
Ecco, questo è ciò che ho vissuto.
Non c’è una morale. Io sono uno dei tanti.
Però una cosa la voglio dire ai tifosi genoani.
È lecito mugugnare e criticare, specie se sei un vero genoano sanguigno e incazzoso.
Bisogna però ricordare sempre che giocatori (rispetto ai miei tempi troppe fichette), allenatori o pseudo tali e perfino proprietari passano,il Genoa NO!
Il Genoa e i nostri colori ci saranno sempre, a qualunque categoria si appartenga.
Ho scritto tutto questo polpettone perche oggi la gradinata nord rossoblu di Venezia mi ha fatto scendere la lacrimuccia.
Grazie. FORZA GENOA!!!
Marco Marchetti