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IL GENOA CHE SARÀ

Dopo l’ennesima disarmante sconfitta a Roma, che ha lasciato per la prima volta tracce di gioco, ma anche la sensazione di impotenza di una squadra che non riesce mai a tirare in porta, è tempo di guardare all’Atalanta, ma soprattutto al mercato in ottica girone di ritorno.

Ma che modulo ha in testa il mister del Grifone? A quanto pare il 4 – 3 – 3 con l’abbandono del 3 – 5 – 2.
Vediamo allora dove si dovrà intervenire in entrata e in uscita in una probabile, ed auspicata, rivoluzione invernale.

Il portiere Sirigu non dà la benché minima affidabilità e cambiarlo con un altro titolare non sarebbe certo un delitto, tenendo sempre in considerazione un “secondo” promettente come Semper.

Nella 4 dietro andrebbero bene Cambiaso a destra e Criscito a sinistra come terzini, mentre Ghiglione e Sabelli sono da considerare assolutamente cedibili, al pari di Fares, laterale da 5 e perennemente indisponibile, peraltro qui in prestito.
A quel punto sulle fasce servirebbero due riserve, uno magari in grado di sostenere la titolarità, data l’età di Criscito.
Per i due posti da centrali, tra Vasquez, Bani, Vanheusden, Masiello e il rientrante Maksimovic potremmo già essere coperti.
Biraschi è superfluo, da cedere.

Passiamo al centrocampo: per i 3 posti, si è capito che l’unico giocatore già in rosa degno di una maglia da titolare è Rovella.
Considerandolo per un attimo una mezzala e non un regista (può giocare in entrambi i ruoli in realtà), per le restanti due maglie da titolari servono dal mercato un regista e una mezzala offensiva che sappia abbinare rapidità, fisico ed inserimento (chiaramente non banale da trovare).
L’inguardabile Badelj di quest’anno può tranquillamente retrocedere in panchina (o anche andare via e far spazio ad una novità), mentre per gli altri posti da riserva possono avere una loro utilità il Melegoni visto di recente ed uno tra Sturaro e Portanova.
Avanzano ancora Cassata, reduce da un lunghissimo stop ma quanto meno giocatore di passo, e Behrami, molto difficilmente piazzabile a causa dell’età, in scadenza a giugno.
Quanto a Galdames, Tourè ed Hernani, prego, si accomodino all’uscita del Pio e pure in fretta.

Eccoci alle punte. Bianchi e Buksa devono necessariamente farsi le ossa in serie B. Se per il primo non dovrebbero esserci problemi in termini di interesse, per il secondo non sarà scontato, dato che talvolta va in panchina perfino nella Primavera (ieri invece ha segnato con l’Atalanta).

Tanti saluti e grazie per l’impegno, molto meno per le prestazioni, ad Ekuban, che si potrà quanto meno invitare alle rimpatriate o alle future cene di Realtà Genoana.
Niente rimpatriata o cena invece per Caicedo, ignobile nell’atteggiamento, svogliato, malato immaginario di recente, asservito ai desideranda della moglie ed autore del nulla cosmico in rossoblù. A mai più rivederci!

Destro è meglio confermarlo vista la sua notevole prolificità sotto rete, da valutare se da titolare o meno; un altro centravanti importante è indispensabile averlo.
Sulle ali gli acquisti da effettuare sono molteplici, data l’insussistenza attuale di interpreti: i 2 titolari e una riserva sono da acquistare, mentre Kallon può fungere da seconda riserva, a meno di non mandare pure lui a farsi le ossa.

Ovviamente questi giocatori devono essere in grado di saltare l’uomo e creare superiorità numerica, caratteristiche che mancano terribilmente finora.
Come ultima punta, considerato un mero “di più”, in tal modo resterebbe Pandev, giocatore da tempo al capolinea, ma in grado ancora di inventare qualcosa con la sua qualità tecnica, a patto di inserirlo 20 minuti e non dal primo minuto.

Considerato che chiuderà la carriera a giugno, appare improbabile liberarsene.
Detto questo, la società ha manifestato l’intenzione di acquistare giocatori di livello e presumibilmente li ha già individuati, dovrà essere anche bravo il D.S. a piazzare in uscita tanti calciatori il cui mercato rasenta lo zero (potrebbero giusto esserci richieste in Francia per Tourè o in Turchia per Ekuban, per il resto è dura).

Tantissimi nomi dovranno quindi uscire e tantissimi entrare ed essere essere assemblati in fretta dallo staff tecnico: l’unico modo per restare in A.

Vittorio Semino
Vittorio Semino
Genovese, 30 anni, "malato" di calcio e ciclismo (non quello blucerchiato), il Grifone come fonte di gioia e (troppo spesso) amarezza.

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