La cosa che mi fa più male è sentirmi responsabile della fine del Genoa. Loro no. Loro quando accadrà avranno la battuta pronta, ferma lì da diciott’anni: “Ci ha riportato dove ci ha preso”. Come se salvare un club con pochi spiccioli (fossero state voragini avrebbe acchiappato al volo il Lodo Petrucci), autorizzasse chicchessia a fare strage del più nobile tra i club. Siccome ti ho salvato, posso fare di te ciò che voglio. Questo pensano loro, questa la loro genoanita’.
Io, invece, non so darmi pace per aver creduto, amato, sostenuto il mio carnefice. Aver contribuito, anche solo un minuto alla fine di ciò che più amo, mi tormenta come la più infamante delle colpe.
A mia parziale discolpa, posso vantare il fatto di aver mangiato per tempo la foglia e, perfino rompendo amicizie di lungo corso, urlato ai quattro venti il mio più totale disprezzo verso questa gestione oscena. Tutti hanno colpe in questo dramma, pure la TO che non ha saputo difendere l’ unico allenatore che avrebbe potuto smascherare, e in parte lo ha fatto, questa schifezza immane. Gli unici che non hanno colpe sono loro, loro vincono sempre. E, se per una botta di culo che al Genoa non si vede dal 1915, dovessimo sfangarla anche stavolta, saranno in prima fila a contare i peli nel culo dei nuovi proprietari.
Un tifoso rossoblù