“Per una critica irrispettosa con atteggiamento provocatorio”, questa la motivazione del giudice sportivo per giustificare la squalifica di Zlatan Ibrahimovic.
Di Ibrahimovic e del Milan me ne frega meno che zero. Anzi, a beneficiare di questa ennesima ingiustizia perpetrata da una casta ignorante e miope, sarà proprio il Genoa, almeno fino al fischio d’inizio.
Ciò che fa rabbrividire è che i soliti presuntuosi, e spesso incapaci direttori di gara non fanno mai marcia indietro.
Ciò che ha detto lo svedese è noto a tutti.
Nessuna offesa, nessuna parola del gatto, nulla che potesse far scattare l’espulsione del calciatore nella gara del Milan contro il Parma sabato scorso.
Anzi, si, una colpa Ibrahimovic ce l’ha avuta. È stato, come non gli riesce difficile essere, spocchioso, scostante, presuntuoso, arrogante come lo sono i direttori di gara.
Due maschi alpha uno contro l’altro. Non ad armi pari, ma di pari faccia tosta.
Uno, in più dell’altro, aveva il potere del fischietto e del cartellino.
Nemmeno l’aver preso un granchio grosso come il mondo ha fatto pensare alla casta ed in particolare all’unico responsabile di questo errore, di fare un passo indietro.
Loro, i variopinti, non sbagliano mai.
Perché sbagliare è umano e loro umani non sono.
Lo hanno dimostrato “Per una critica irrispettosa con atteggiamento provocatorio”.
L’ulteriore, ma purtroppo certamente non ultima, pietra tombale sulla credibilità del sistema.
Peccato, sarà per la prossima volta.
Anzi no…non ci sarà mai redenzione per il derelitto calcio italiano, purtroppo.
Luca Ferrari