Ho avuto la fortuna scambiare quattro, forse otto, chiacchiere con un amico che non conosco, che non frequento, di cui apprezzo la “storia” sportiva ma non ho mai incontrato.
Un amico che nemmeno sapeva della mia esistenza.
L’etimologia ed il significato anche profondo della parola “amico” li conosco bene. Non li svilisco mai perché hanno un profondo significato radicato in me.
Un amico rasenta, e spesso supera, la definizione di fratello.
Non sono uno che utilizzi la parola, ad uso e consumo di situazioni.
Pondero il suo valore e, quasi, lo santifico.
Ma come tutti i termini anche questo lo si può utilizzare in forma estensiva, figurativa.
Ecco che con l’estensione del significato posso tranquillamente definire Luca Chiappino un amico. Per come mi ha parlato, per come ci siamo parlati.
Io sono il signor nessuno meno meno, ma la conversazione è stata amabile come fosse un intenso parlare tra due vecchi amici.
Luca trasuda genoanità, lo si sente per come parla, lo si sente nel tono, nel sentimento.
Il Genoa ha assoluta necessità di poter contare su Genoani veri.
Il professionismo, e ci mancherebbe altro, fornisce ottimi elementi assolutamente votati alla causa, ma non sempre con questo senso di appartenenza radicato.
Sarebbe illogico il contrario.
Il Genoa ha bisogno anche di Genoani, per il suo stato, per la sua sempre troppo spesso dimenticata storia, per il suo essere speciale.
Il Genoa ha bisogno di persone così; e vi posso assicurare che ce ne sono tante all’interno che lavorano con passione.
Così come con passione e dedizione lavora il mio “amico” mister Luca Chiappino.
Luca Ferrari