La Roma si è schierata con il 3-4-2-1 mentre il Genoa con il consueto 3-5-2.
La trasferta contro i giallorossi è sempre stata proibitiva, un solo pareggio nelle
ultime 14 partite giocate. Anche in questa occasione si è rivelata tale.
La partita degli ex (Destro, Pellegrini, Scamacca, Strootman e Zappacosta) non è
stata sicuramente tra le più entusiasmanti gare giocate dai nostri ragazzi.
La Roma ha faticato a trovare spazi e a creare gioco contro la nostra difesa, anche in
questa occasione, sempre ben organizzata. Abbiamo annullato Borja Mayoral e El
Shaarawy, soltanto Pedro ci ha creato qualche problemino in più, ma niente di serio.
Purtroppo non siamo riusciti a renderci pericolosi in avanti con i nostri attaccanti.
Pjaca praticamente mai pervenuto mentre Destro ha fornito una prova più dignitosa
ma senza creare problemi alla difesa romanista, guidata da un dominante Smalling.
A centrocampo siamo stati meno determinati del solito, con le due mezz’ali poco
lucide e soprattutto molto imprecise nei passaggi decisivi. In più occasioni, dopo una
transizione positiva, abbiamo sbagliato la verticalizzazione in profondità o non
abbiamo sfruttato a dovere la superiorità numerica, soltanto per pura imprecisione
tecnica. Sarebbero state azioni molto pericolose per una difesa, come quella della
Roma, che difendeva molto alta. A certi livelli questi dettagli tecnici sono
estremamente importanti e possono incidere sul risultato. Non a caso Johan Cruyff
sosteneva:” La tecnica nel calcio non è essere capaci di palleggiare mille volte. Tutti
lo possono imparare con la pratica e poi andare a lavorare al circo. La tecnica è
passare il pallone a un tocco, con la giusta velocità, sul piede preferito del compagno
di squadra”.
A mio avviso nelle ultime partite abbiamo perso una fascia laterale. Ne è valsa
veramente la pena spostare Zappacosta a sinistra? Nonostante la sua grande prova
nel derby, ho qualche dubbio in merito, se poi la conseguenza è quella di perdere
certezze dall’altra parte. Per portare avanti questa sua scelta Il mister ha alternato
più giocatori sulla fascia destra senza però trovare la quadra. Pertanto non so se sia
stata una buona idea dividere le due catene laterali (Zappacosta / Zajc e Czyborra /
Stootman) che avevano fornito, fino ad ora, un rendimento molto alto. Inoltre si è
venuto meno al principio di interazione / relazione fra giocatori che può solo
migliorare facendoli giocare il più possibile insieme.
La partita di oggi avrebbe potuto tranquillamente concludersi in pareggio se non
fossimo stati puniti nuovamente da un calcio d’angolo, quindi una palla inattiva.
Le statistiche dicono che la percentuale di reti realizzate su palla inattiva si aggira al
30%. Il calcio di oggi, molto rapido e veloce, porta a dover fronteggiare spesso
situazioni di questo tipo. Proprio quelle in fase difensiva richiedono un’attenzione
particolare e un’organizzazione elevata dove ogni giocatore ha un proprio compito e
un ruolo da svolgere.
Il Genoa nel calcio d’angolo incriminato ha difeso a zona “mista” zona-uomo, dove
ogni mister imposta i propri principi ma quello generale rimane sempre lo stesso:
tutta la squadra a difesa della porta.
Ci siamo schierati con 5 giocatori a zona sulla linea dell’area di porta (“area piccola”)
a comporre il “trenino” al centro del quale, questa volta a differenza del derby,
spiccava giustamente Radovanovic. Gli uomini che invece marcavano a uomo erano
soltanto 2 nei pressi del dischetto del rigore: Strootman su Smalling e Pjaca su
Cristante. Peccato che in mezzo a loro era liberissimo Mancini, il giocatore più
pericoloso, che con un ottimo terzo tempo è andato tranquillamente a fare goal.
Una scelta inspiegabile che si era anche verificata pochi secondi prima, nel corner
precedente, ma per fortuna nostra senza subire il goal.
In questi casi, di solito, a seconda della disposizione avversaria, l’ultimo uomo della
linea di difesa ha la possibilità di rimanere ad allungare la linea stessa oppure di
andare a marcare un eventuale uomo libero. Ecco, in questo caso, Zajc o Masiello
essendo gli ultimi, avrebbero dovuto staccarsi e andare a marcare Mancini.
Anche Marchetti non è stato esente da colpe in quanto ha scelto di tornare sulla
linea di porta invece che uscire a respingere la palla. Da sottolineare che un attimo
prima della battuta di Pellegrini si era già posizionato in mezzo alla sua area quindi
avvantaggiato sull’uscita.
Adesso recuperiamo le forze, dopo 3 partite in una settimana, e andiamoci a giocare
le prossime partite, sicuramente alla nostra portata, con lo spirito e la
determinazione che ci hanno sempre contraddistinto dall’arrivo dello Zio Balla. A lui
chiederei soltanto di ritrovare le sue certezze, nel caso le avesse perse, riguardo agli
uomini da far scendere in campo e, possibilmente, di dare più minutaggio al giovane
Scamacca che ritengo per noi un’ottima risorsa.
……. Avanti così …….Vecchio Balordo !!!
Luca Rosi