Chi sabato sera non ha dormito per la gioia, chi come un angioletta/o lo ha fatto, ha comunque una cosa in comune, nelle vene, scorre una malattia piú forte di ogni virus, il Vecchio Balordo.
Esattamente 365 giorni fa, il Popolo Genoano esprimeva una delle più fiere e amorevoli reazioni che io ricordi nella mia giovane ma non senza tumulti vita da tifoso del Grifone, dopo una partita combattuta, con una Lazio che si involava verso lo Scudetto, il genoa usciva sconfitto a testa altissima, attacchi tambureggianti, con la famosa scintilla che scatta in quelle giornate speciali, nelle quali, la spinta della Gradinata Nord si vede in campo ma soprattutto si sente! arrivando a creare storture nello spazio-tempo per le quali anche solo 5 minuti di recupero ed un coro ” un gol un gol grifone facci un gol e la Nord che te lo chiede dai Grifone facci un gol ” possono diventare l’apoteosi del godimento se nel mentre si guadagna un calcio d’angolo.
Forte è il sibilo, cresce l’attesa, oramai sei nel girone dantesco, ti piace, la tua mente ti sussurra di esser caronte, non fai tempo a girarti che il signore silenzioso, perennemente a braccia conserte anche quando si applaude, assume espressioni facciali degne di far spavento più di quanto un video che parte con boselli faccia ad un zampitorriano, fisicamente sputazza dalla botta di Genoa che da, in fronte a quello davanti con cui si era lamentato perché la bandiera non gli permetteva di vedere il giocatore per il quale fino a quel momento mugugnava.
E poi accade!
Esattamente, in qualche rara occasione, quel misto di preghiere, espressioni blasfeme, gesti apotropaici fa si che chi porta avanti questa, che è palesemente una religione laica, per la quale sei obbligato a finire la partita più sudato dei giocatori in campo e a far diventare ricchi i cardiologi veda un gol inaspettato che porta ad un pareggio o ad una vittoria.
Possono essere gol che valgono nulla, come quello di kucka nel 2015 che portò le bugie e l’inadempienza di Enrico Preziosi a regalare l’europa a quelli che hanno l’inno del crotone….
O questo di Milan Badelj.
Tuttavia, siamo così sicuri che questo gol del pareggio dal sapore così dolce non valga nulla?
Alzi la mano, chi ha pensato a cosa sarebbe successo al Ferraris nel momento in cui la palla andava in rete, ho provato a pensarci, un po’ come quando provi a pensare al sogno prima di addormentarmi sperando prosegua…
Ecco, mi sono visto nel corridoio sopra il parterre, nervoso, l’ennesimo infortunio di pellegrini, col Genoa rimasto in dieci, mi portava al Little a stemperare la tensione, avrei avuto sicuramente fame, maledetto l’orario delle 18, scambiato qualche parola con chi conosco, quanto manca la socialità, l’ultimo baluardo della nostra società dov’era possibile…
Tornato nel mio amato corridoio, incerto se buttare giù l’amaro calice della sconfitta o innalzarla al miracolo avrei deciso di non berla, con lo zio tutto è possibile, avrei detto guardando le faccie tipiche del pessimismo cosmico Genovese dei miei amici …
E poi accade!
Il tempo di girarmi verso il mio gruppo e il bicchiere si spacca, zuppa la chioma della bionda sotto di me, il restante lanciato in aria, fradici ci abbracciamo, la pensione non la vedremo, però GOAL!
La partite finisce, ” ooo oo o o o oooooo ” dimagrito ed ebbro di gioia avrei tirato fuori la barretta di cioccolata delle grandi occasioni e mi sarei goduto finalmente seduto i miei eroi venire a prendersi il meritato ringraziamento sotto la Gradinata, per un gol così, sincero, quasi certamente avrei esclamato, ora tutti da Gigino, offro io mentre gustandomi la succulenta lindor controllavo su viamichelin costi della prossima trasferta sulle ali dell’entusiasmo!
Purtroppo però, 365 giorni dopo quel Genoa Lazio, nel quale la reazione dello stadio mi rese orgoglioso, la mia vicina ha bussato al muro, al gol è venuto giù tutto, ma non è la stessa cosa, non lo è, non … lo… è…
Stadio mi manchi!
Genoa GENOA Genoa ❤?
Claudio Girotti