PRIMA CHE GIOCATORE, UOMO
Non voglio parlare di lui dal punto di vista tecnico. Per questo potremmo stare qui tutta la giornata.
Voglio parlare dello spessore umano.
Avevo avuto il piacere di sentirlo parlare al funerale del suo amico Astori.
Parole da vero uomo, da leader ma soprattutto umane oltre ogni pensiero.
Difficile in questo mondo, intendo in quello dorato del pallone, trovare persone profonde.
Per carità voglio andare oltre allo stereotipo del calciatore bamboccione tutto social e tatuaggi.
Ma anche andando oltre a ciò, difficile trovare stature così alte.
Uomo con la u maiuscola.
Capitano senza fascia e leader di pensiero.
Ascoltarlo oggi nella sua semplicità è stato un piacere. Riconcilia con questo mondo.
Come quel pomeriggio triste quando, a nome della squadra e società viola, ha dispensato l’ultimo saluto al suo amico Davide.
Mai banale, anche in un’intervista dalle domande comode, comode.
C’è modo di rispondere, anche a quelle.
Puoi scegliere di rispondere con la sagra dell’ovvio oppure la sincerità e, perché no, la purezza.
Sono vari i temi, apparentemente banali che lui trasforma in profondi.
Dalla gratitudine di poter godere di un paesaggio, come l’umiltà di andare al supermercato come fanno tanti.
Fino alla gioia di essere stato protagonista di una storia forse irripetibile. A rappresentare un Paese intero. Con passione ed orgoglio.
Lo stesso che abbiamo noi che possiamo annoverarlo tra le nostre fila.
Prima uomo, poi player, per noi, top player.
Grazie Milan.
Luca Ferrari