Davide Nicola è, unitamente ai calciatori ed a Marroccu, il principale artefice della miracolosa salvezza della passata stagione.
Non nascondo che il suo allontanamento prima, ed il mancato richiamo al capezzale del Grifone moribondo, poi mi hanno lasciato perplesso. Più povero.
L’alchimia che si era creata tra l’ambiente ed il mister è qualcosa che non si riesce a raccontare.
Sarà stato per il passato pedatorio o per le note vicissitudini, ma il legame forte si è creato fin da subito.
Le prestazioni pre lockdown, soprattutto le vittorie di Bologna e Milano, avevano un sapore inebriante, diverso. Ben oltre il significato delle sontuose gare giocate e vinte senza “se” e “ma”.
Alla ripresa estiva delle ostilità, le cose non sono andate come si pensava ed il Grifone ha dovuto attendere l’ultima gara per dirsi salvo.
L’ultima gara di Nicola sulla panchina del Genoa, contro il Verona curiosamente prossimo avversario al Ferraris, è stato il compendio di una gioia scritta da un bravissimo sceneggiatore.
Purtroppo dopo Sassuolo tutti sapevamo che il tram di Didi avrebbe fatto capolinea a Marassi proprio in quella serata di gioia.
Ma la sensazione di “miracolo” sportivo che ha lasciato quella impresa, non ha fatto altro che rinsaldare il duplice legame tra noi e lui e lui e noi.
Oggi, per novantacinque minuti, saremo avversari.
Tu con le tue alchimie e noi con la ferma volontà travestita da necessità di non uscire sconfitti da Torino.
Incroci particolarmente strani quelli che andranno in onda oggi sul canale Sentimenti.
Avversari ma riconoscenti, pronti a batterti le mani alla fine, qualsiasi risultato numerico esca.
Caro Didi ti vogliamo bene e se la gara di oggi non ci fosse per il sottoscritto sarebbe cosa buona e giusta.
Ma, si sa, le cose non vanno sempre come si vorrebbe ed allora caro amico, che vinca il migliore.
Sperando per una volta che possa perdonarci qualora dovessimo sobbalzare per una buona gara da parte del Grifone.
Ti vogliamo bene, caro Didi.
Luca Ferrari