Faccio una premessa. Sono naturalmente molto gasato da questo straordinario momento della squadra che, francamente, mai e poi mai avrei immaginato sarebbe riuscita a raddrizzare in maniera così clamorosa e veloce una stagione nata malissimo e proseguita peggio fino a metà dicembre. E mi godo anche questo clima di serenità che aleggia intorno al Genoa e che rappresenta una piacevole novità dopo anni di traversie.
Detto questo, però, non vorrei che ci si rilassasse troppo e si dimenticassero le due battaglie che ci attendono nei prossimi mesi, ossia il prosieguo del campionato e la situazione societaria, il presente e il futuro.
Mai abbassare la guardia sul campo. La classifica attuale è decisamente tranquillizzante a patto di stare sempre sul pezzo, di non mollare niente, consapevoli come siamo tutti che non potrà andare avanti sempre così, ma che arriveranno anche le difficoltà. Ora, però, non fanno paura e questo è fondamentale. Avere nove punti di vantaggio a 17 giornate dalla fine non deve trarre in inganno, ma deve anzi essere uno stimolo per togliersi al più presto da ogni possibile ricaduta. Ballardini sotto questo punto di vista è una garanzia, ma anche la “fame” che dimostra di avere la squadra.
Il problema società, invece, è molto più delicato ed è destinato ad andare avanti, salvo improbabili colpi di scena. Non vorrei che qualcuno, sulle ali dell’entusiasmo della rimonta di Criscito e compagni, si dimenticasse di quella che è la realtà della società Genoa e della politica sportiva portata avanti dal suo proprietario. Le vittorie fanno scordare le difficoltà, ma sarebbe oggi un grave errore. Fra qualche mese saremo di nuovo daccapo. Se l’anno scorso, dopo il campionato fallimentare, il nostro dichiarò di voler fare un passo indietro, che naturalmente non fece, che cosa dirà quest’anno se Ballardini dovesse pilotare la squadra a centroclassifica?
Intanto andrà in onda il consueto ribaltone (speriamo non in panchina …) perché la rosa attuale perderà moltissimi pezzi in prestito ed avrà parecchi giocatori di proprietà, ma avanti negli anni, con la necessità di rifondare, ma senza investimenti. E da vendere ci sono sempre meno elementi: Eldor, se esplodesse definitivamente, e addirittura Destro se continuasse a fare gol con questo ritmo. E a gennaio il nostro non ha venduto nessuno solo perché non aveva nessuno da vendersi. Attenzione perché quest’estate rischia di andare in scena il solito film…
Edoardo Bozano