Si sente da più parti che il Genoa sia fortunato.
Che il Genoa faccia punti per allineamento planetario, per l’influsso benevolo degli astri. E quello che fa più male e che queste voci non arrivino da terzi, ma bensì dalla stessa tifoseria. O perlomeno, da chi si professa genoano. Social, trasmissioni, ovunque la stessa tarantella.
Persino un punto conquistato su un campo storicamente ostico, contro una diretta concorrente (tra l’altro definita più forte e completa, con in panchina un mago delle vittorie) viene visto come motivo di zizzania e manimanesimo. Senza gioco non fai punti. Senza gioco non vai in serie A.
Ma la pratica sconfessa la teoria. Il Genoa di Gilardino, il Genoa brutto e noioso, è secondo in classifica. Ha portato a casa punti pesanti contro le inseguitrici, tenuto la distanza dalle concorrenti. Non è capitolata come molti, ebbene si lo dico e ribadisco, speravano. Il Genoa è pratico. Il Genoa è solido. E comunque crea occasioni. Manca la finalizzazione, questo è vero, ma non vive di episodi. Cerca di creare, magari in maniera non spettacolare, ma ci prova. Tanto per fare l’esempio, il funambolico Cagliari di Mister Diliding Dilidong ha giocato di catenaccio e contropiede.
E sono sempre più convinto che avere il Genoa in bocca faccia più audience e faccia vendere più copie rispetto ai dirimpettai. Con loro buona pace tra l’altro.
Il Genoa fa notizia. E comunque da loro splende sempre il sole anche se con 200 milioni di debiti ed un futuro che parla più di un morto che cammina che di rinascita. Ora ci aspetta la sfida con il Cosenza, squadra da non sottovalutare nonostante la classifica. La serie B è bagascia e riserva sempre la sorpresa. Serve calma e concentrazione. Il futuro è nelle mani del Genoa. Il mister lo sa, la società lo sa, la squadra lo sa. Serve essere pratici. Per la teoria se ne riparlerà quando tutto sarà finito.
HO UN GUASTO D’AMORE