“Eccoci qui, a commentare l’ennesima sconfitta cocente, un Genoa alle corde che non riesce a imporre manco 5 minuti del proprio gioco e non sa fare due passaggi di fila, nessuno spunto offensivo e una sterilità sotto porta davvero preoccupante. Una squadra alle corde sempre più nei bassifondi della classifica. Il tabellone dice Fiorentina 6 Genoa 0. “
Ecco, la domenica dopo quella bruttissima ferita nel cuore dei Genoani ( Dio solo sa quanto vorrei giocare coi Viola oggi è fargli un culo a strisce) viene annunciato, con un po’ di confusione, l’arrivo di Alexander Blessin. Tecnico di Stoccarda sconosciuto non solo alla piazza ma al calcio europeo. Pronti via, il Genoa di Blessin dimostra subito un cambio netto di mentalità, carattere e voglia. Il suo Genoa convince i tifosi tanto da spingerli a un bagno di folla al Pio con tanto di osanna alla scivolata goliardica del mister. Sugli spalti spunta un banner : “ batto u Belin, ghe pensa u Blessin”.
Il Genoa finirà la stagione con una retrocessione, come tutti sappiamo.
La piazza è però compatta con la società e ci si giura amore e sostegno reciproco.
Poi, succede una cosa che ancora oggi non è mai stata chiarita da nessuno, si paventa il possibile ritorno ( quanto possibile non si sa) di Gasperini. Voce smentita da Blasquez quasi sul nascere, “ fiducia a Blessin, andiamo avanti con lui”. Da quel momento in poi l’allenatore tedesco diventa osservato speciale. Si arriva a disquisire pure su quanto vada di corpo e come.
Il ricordo e l’affetto per Gasperini da parte dei tifosi è tanto e ad alcuni, probabilmente, ha annebbiato la capacità mentale di giudicare i fatti.
Già i fatti, perché è innegabile che il Genoa abbia 15 punti in classifica, è innegabile che in ogni partita giocata fino ad ora il Genoa si sia dimostrato nettamente superiore all’avversario, a volte raccogliendo 3 punti, a volte solo uno. Solo una volta si è perso e pure quella volta si è dominato in fatto di gioco.
Questi sono i fatti.
E allora facciamo un passo indietro un attimo, torniamo a quel Fiorentina Genoa, tanti hanno voluto rimuovere dai loro ricordi quella partita imbarazzante. Io non la dimenticherò mai perché quello è stato il punto più basso della nostra storia recente ( almeno sul campo).
Blessin ha preso quella “squadra” li è in meno di un anno l’ha portata ad essere una squadra con fame, grinta, voglia, gioco. Blessin ha rianimato con defibrillatore un Grifone sportivamente morto, rendendolo ora una squadra fortissima per la serie B, con l’aiuto della società ovviamente.
Si va bene è vero, col Cagliari avresti potuto e dovuto vincere, si è vero qualche errore è stato fatto e verrà fatto ancora e ancora.
Però ecco, prima di aprire bocca, ricordiamoci cosa eravamo prima dell’arrivo di questo tanto vituperato allenatore. E non si tratta di pensiero unico o di servilismo. Si tratta di essere onesti e sinceri con se stessi.
Io non so chi ha fatto quello striscione l’anno scorso, ma allo stadio non l’ho più visto, spero presto possa tornare:
“Batto u Belin, ghe pensa u Blessin”