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LA MALSANA SMANIA DELL’ ESONERO

La partita col Parma l’ho sentita per radio, causa impegno lavorativo. Non l’ho nemmeno rivista, ma mi sono fidato dei miei amici nella Nord e dei commenti dei ragazzi di RG. Praticamente un Genoa che per 70 minuti ha messo sotto il Parma, squadra che avrebbe dovuto ammazzare il campionato insieme a noi. Squadra che per alcuni è addirittura più forte di noi. Io non voglio fare la “bimba di Blessin”, ma i dati parlano da soli.

Il Genoa quasi sempre comanda le partite, e in media, crea 5.5 occasioni da gol a partita. Dati che non mi fanno pensare ad una squadra che arranca e che vince sculando grazie all’invenzione di un giocatore di qualità presente in rosa. Ma denota, per me, un’idea di gioco ben congegnata. Eppure c’è chi insiste sul fatto che al Genoa manchino idee e schemi, insomma, manchi il gioco. Che il Genoa abbia un problema. Che adesso risponde al nome di Alexander Blessin. Ultimamente ho notato una feroce ricerca di qualcuno da colpevolizzare.

Prima era Ekuban che ora non dovrebbe più uscire dal campo, poi è stato Melegoni che nemmeno giocava, adesso tocca al mister. Sicuramente la gestione dei cambi da parte del tedesco non sarà fantasiosa, probabilmente troppo “teutonica e schematica”, ma credo che non possa essere solo colpa sua e di alcune valutazioni sbagliate. Ho detto e credo che bisogna aspettare che i nuovi siano al 100% arruolabili per poter fare valutazioni sulle capacità del mister nel leggere le partite e di poterle vincere con i cambi. Poi dopo, se continuerà nell’ostinazione che non porta a nulla, sarà l’ora di fare valutazioni. Ma ritengo che Blessin sia sufficientemente intelligente da capire che certi registri vadano cambiati o comunque rivisti. Ma questa smania di volere l’esonero, di voler per forza farlo passare da inadeguato, incompetente, addirittura da stupido presuntuoso, è malafede.

Perché bastano davvero pochi dati ed una manciata di secondi per far capire che Blessin può non essere il migliore allenatore del mondo, ma nemmeno l’ottuso catenacciaro che in molti vogliono dipingerlo. Sicuramente dovrà migliorare, sicuramente potrà e dovrà gestire meglio alcune situazioni, ma non trovo giusto vedere quest’odio, perché di odio si parla, verso il mister. Uniti siamo una forza, non disintegriamo tutto per il gusto di volerlo fare.

Stefano Zaghi
Stefano Zaghi
34 anni, ferroviere. Papà mi ha trasmesso la malattia per il Genoa. "E capire tu non puoi, se non sei come noi"

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