Genoa Parma è una partita affascinate, mi riporta a ricordi passati quando entrambe le compagini navigavano in acque più prestigiose.
Pazienza questa al momento è la nostra dimensione, ormai me ne fatto una ragione e tutto sommato non è così male come pensavo che fosse.
Avevo una voglia matta che si parlasse del mio Genoa come protagonista, avevo una voglia matta di vedere vincere 2 trasferte di fila, avevo una voglia matta di vedere il Genoa in testa ad una classifica dopo 3 giornate, avevo una voglia matta di tornare ad assaporare il gusto della vittoria, avevo una voglia matta di tornare a provare la voglia di andare allo stadio ed avevo una voglia matta di non sentirmi sconfitto già prima del fischio di inizio.
Il prezzo da pagare per soddisfare le mie voglie è questo ?? Bene sono contento di pagarlo.
In questi ultimi mesi ho pensato molto alla retrocessione, oltre ad averla abbondantemente metabolizzata come tutti, ho avuto il pensiero che possa risultare curativa.
Essere protagonista, vincere partite decisive, rivivere entusiasmi lontani e dimenticati, vedere allo stadio tanta gente che canta, vivere trasferte che sembrano esodi Biblici sono aspetti che fanno bene all’ambiente, lo ricostruiscono. Ormai era frammentato e per certi versi addirittura contrapposto in molte fazioni.
Sarà un anno o forse più, ma la cosa importante è aver ritrovato il nostro senso di appartenenza che era difficile sentire dopo gli anni di umiliazioni sportive e politico societarie che abbiamo subito.
Sicuramente il lavoro della società ha aiutato sia a metabolizzare il momento sia a far tornare l’aria respirabile intorno al Grifone, ma il lavoro più grosso lo abbiamo fatto noi che abbiamo capito che era arrivato il momento di tornare ad essere orgogliosi dei nostri colori. Non fraintendetemi siamo sempre stati orgogliosi ed abbiamo sempre avuto il senso di appartenenza, però confesso che nel recente passato a volte dichiarare di essere Genoano mi metteva in imbarazzo non per vergogna, ma per un senso impotenza sportiva, quasi una sensazione di inferiorità a 360 gradi.
Non abbiamo ancora vinto nulla e non siamo ancora promossi, siamo però consapevoli che ci aspettano anni di soddisfazioni e/o comunque di volontà di competere per obbiettivi più dignitosi della banale salvezza all’ultima giornata qualunque sia la categoria, in più siamo consapevoli che il Genoa non sarà più al servizio di quelli più potenti rendendosi schiavo dei loro voleri.
Abbiamo dimostrato alla città cosa significa essere Genoani e quali sono le nostre risposte quando chi ci mette il denaro risulta essere serio ed onesto.
Il campo dirà la sua verità che poi sarà la verità vera, qualunque essa sia, lo dico oggi, la accetterò di buon grado perché so che il lavoro fatto sarà stato il meglio possibile in quel momento.
Si può sempre fare meglio, ma noi sappiamo bene che si è sempre fatto peggio, molto molto peggio.
Siamo fuori dal tunnel che sembrava non finire mai, la luce è accecante ma confortante, la strada non è ancora asfaltata, ma la macchina sulla quale viaggiamo è una fuori serie targata GE777.