In questa estate caldissima passo tutte le serate nella Proloco del mio Paese, il posto è perfetto, il bar all’aperto su di una terrazza posta sopra al lago balneabile con i tigli profumati che scrosciano leggeri colpiti da una fresca brezza boschiva , qualche drink, musica in sottofondo e tante tante risate.
In proloco alla sera ci sono molti compaesani e tanti genovesi in villeggiatura che si dividono più o meno equamente in Genoani e quelli la……..
Si parla di tanti argomenti e ovviamente di calcio, io non parlo molto di calcio, ma tanto di Genoa.
Per me il calcio non esiste, esiste il Genoa che gioca contro altre squadre, che siano di A, B o di altre estrazioni categoriali poco conta.
In queste sere mi sono trovato a confronto con alcuni di quelli la, devo dire che il menaggio non è nemmeno più all’ordine del giorno, si parla in modo sereno è più pacato rispetto ad altri ambienti, forse il fatto che molti siano in vacanza alleggerisce i toni ed aumenta la sopportazione di entrambe le parti.
Probabilmente si stanno rendendo conto del casino nel quale si stanno dirigendo, qualcuno ha detto che forse sarebbe stato meglio se fossero retrocessi per ripartire da zero, altri no la A sempre meglio, insomma aleggiano confusione e preoccupazione.
Come potete immaginare io gongolo, cazzo sono in A, dicono di averci mandato in B loro e sono li a soffrire per quello che si sta delineando come una stagione di lenta e inevitabile morte calcistica, manco riescono a godersi quello che è accaduto o perlomeno è già finito l’effetto Audero.
Quello che più mi interessa è che dicono di non riuscire a capire come sia possibile il nostro comportamento in fase di retrocessione e quello in fase di campagna abbonamenti con relativo entusiasmo che si è determinato nelle ultime settimane, uno aggiunge che parlando con diversi Genoani, me compreso, non si capacita dei nostri sentimenti e dei nostri pensieri verso una squadra di calcio, e di come ci comportiamo quando le cose vanno nel verso negativo, aggiunge che non conosce Zampdoriani che provino e vivano le cose nello stesso modo nostro.
Ecco, questo è quello che mi appaga più di tutto, non capite cosa siamo, cosa proviamo, come viviamo, come progettiamo, cosa facciamo, non capite e non lo capirete mai perché noi non amiamo il calcio, quello non ci interessa, noi amiamo il Genoa come noi stessi, andiamo allo stadio sempre e comunque, andiamo a Modena, a Piacenza in vespa, Genoa Cosenza, Genoa Bologna andiamo a Napoli in 1300 ad assistere alla retrocessione.
Non siamo normali ?
Ma la normalità non è sostenere la propria squadra comunque e ovunque? La normalità non è stare vicino a qualcosa o qualcuno nei momenti difficili ? La normalità non è sbandierare i propri colori anche quando perdi? La normalità non è amare a prescindere da quello che succede? La normalità non è emozionarsi a vedere la maglia del tuo cuore correre sul prato verde di qualunque stadio del mondo?
Per me si, la normalità e tutto questo ed è anche normale essere considerato anormale da chi non ha le capacità di capire la normalità.
Sarebbe più facile dichiararsi anormale, ti darebbero dello scemo e finirebbe li, ma non è così, in queste sere ho capito che non siamo noi che siamo anormali o diversi, sono loro che sono Zampdoriani.
Alessandro Brusatin