Di Fabrizio Villa
Arrivando in prima mattina il cambio di vallata austriaca lascia inizialmente qualche perplessità. Della presenza del Genoa nulla si avverte nel quieto paese di Bad Haring ed il centro sportivo ha un solo stendardo rossoblù. Ricordando i fasti di Neustift (soprattutto negli anni buoni) e la festosa accoglienza locale ci si rimane un po’ male, anche perché quest’anno la rappresentanza dei tifosi è decisamente sparuta.
Poi capisci meglio la logica e la logistica quando vedi i ragazzi scendere serenamente in ciabatte dall’hotel dove stanno, che è praticamente attaccato al centro sportivo e non rende quindi necessarie le navette che tutti ricordiamo sui furgoncini.
Il primo ad arrivare a piedi è però il Presidente Zangrillo.
Non ci sono tribunette, ma l’atmosfera è buona e serena, con qualche panca di legno e qualche ombrellone, il baretto sfigato (chiuso) come sui campi dei nostri quartieri, i giornalisti appoggiati con i loro pc e tablet su un tavolino di fortuna a bordo campo. C’è però la possibilità di vedere da molto vicino l’area spogliatoi ed il campo, e soprattutto c’è un bel sole caldo visto poche volte da queste parti.
Il mister ed i suoi collaboratori si mettono in mezzo al campo a lato di quello principale e parte una seduta atletica, con alternanza di palestra. La cosa curiosa è sentir rimbombare nel silenzio della vallata questo linguaggio inglese urlato dei mister con accento tedesco, inframezzato da qualche pittoresca parola in italiano, e qualche traduzione sottovoce di qualche giocatore che ha capito ad uso dei compagni meno “global”.
Lavorano a parte Yeboah, Kallon e Yalcin. In generale i ragazzi sembrano tutti piuttosto tirati e concentrati a far bene.
Grande, grandissima, fatica per non litigare subito con il signore coi capelli bianchi che ci si avvicina con cane al guinzaglio e che borbotta che la squadra fa schifo, che il posto è brutto, che l’hotel che ha prenotato doveva essere a 3km dal campo e invece è a 5km, e che cosa abbiamo comprato a fare questo o quel giocatore, che non segniamo neanche in allenamento e che … va beh lasciamo perdere, mi sposto.
Dopo la parte atletica si passa a lavorare con la palla sul campo principale divisi in due gruppi, con il mister che si mette in mezzo ai giocatori, discreto agonismo e buon ritmo.
Alla fine dell’allenamento i nostri figli (e non solo…) hanno la possibilità di fare foto e raccogliere autografi praticamente con tutti, molto gentili e disponibili, incluso Mr. Blazquez, sorridente, pacato e disponibile, con figlio al seguito.
Alle 17 la seduta riprende da dove era terminata, con i ragazzi sempre divisi in due gruppi e Yalcin finalmente aggregato. Nel frattempo sono arrivati Ottolini e Spors ed è davvero inedito, pensando agli ultimi anni dell’era terminata, vedere tutta la dirigenza schierata a bordo campo, Marco Rossi incluso, a seguire l’allenamento. Si può dire qualsiasi cosa di questo gruppo, ma di certo adesso abbiamo una Società e sembrano passati anni luce dallo sconfortante disarmo dello scorso anno di questi tempi.
Sensazioni personali. A questo gruppo sembrano mancare almeno un paio di giocatori da aggiungere al gruppo dei Coda (che visto così sembra davvero un top per il nostro contesto) Badelj, Bani, Hefti, Sturaro, Ilsanker, Frendrup, Pajac, Gudmusson ecc.: ne manca almeno uno in grado di saltare l’uomo e spaccare la partita, alla Perotti del 2016 per intenderci, ed un altro centrocampista “box-to-box”, alla Kucka dei tempi d’oro o alla Barak.
Però il vero nodo è che in campo ci sono anche tanti profili interessanti sia tra le facce note che tra quelle meno note, che danno la sensazione di poter dire assolutamente la loro in serie B, che quest’anno ha visto promossi in serie A, tra gli altri, Sampirisi, Paletta e Mazzitelli.
Sta al Mister capire in fretta su chi puntare e da chi si può tirare fuori il meglio. Di certo tra Jagiello, Charpentier, Favilli (la mia scommessa personale di quest’anno), Galdames, Czyborra, Portanova, Cassata, Melegoni, Vogliacco, Candela, Besaggio, Yalcin, Ekuban, Kallon, Yeboah ci sono giocatori che vengono dati un po’ troppo per scontati o sottovalutati, anche per i recenti ricordi. Gli stessi giovani Lipani, Masini e Besaggio ed il giovanissimo 2006 Fini sono davvero interessanti, a guardarli così, in una giornata di bassa montagna in mezzo ai grandi.
In pratica la stagione prenderà una piega od un’altra se ne verranno fuori bene almeno quattro o cinque di questi.
La sliding door di Mr. Blessin è certamente quella di ricevere al più presto dalla Società i due innesti che ancora mancano, ma soprattutto è quella di capire, entro 15 gg da oggi, senza sbagliare, con quale modulo vuole giocare e su chi puntare dentro a questo mazzo decisamente numeroso.
Il nostro compito è tifare come e più dell’anno scorso, riempire lo stadio, non rompere le palle se qualcosa non andrà dritto subito e non insultare Czyborra quando butterà in gradinata un cross alla prima partita in casa. Poi questa primavera si vedrà, comunque e ovunque.
Fabrizio Villa