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LE PAROLE DEL PRESIDENTE FERITO

Le parole di Zangrillo al termine della sfida di Napoli, al momento della certificazione della ormai scontata retrocessione, non devono cogliere di sorpresa.
Zangrillo è stato contattato dalla nuova proprietà americana, dunque imprenditori seri, per ricoprire una carica istituzionale di grande prestigio, la presidenza del club che lui tanto ama.
Non è stato chiamato per fare figure da pupazzetto, assistere ogni domenica a spettacoli pietosi ed essere l’unico che ci mette la faccia.
Eppure è ciò che è avvenuto.
Ha parlato con il cuore, ha parlato anche da tifoso, perchè no?!
Zangrillo è perfettamente a conoscenza della situazione orrenda dal punto di vista tecnico e finanziario lasciata in eredità da Preziosi, è consapevole dei grandi sforzi dei 777 e del fatto che costoro sono stati la nostra salvezza economica, ma dopo una retrocessione cos’altro avrebbe dovuto dire?
Forse confermare con certezza un allenatore che ha colpe assai limitate, ma con il quale siamo retrocessi?
Blessin ha dato una svolta iniziale psicologica notevole, si è rivelato bravo ad impostare fase difensiva e pressing, ma ha lasciato pochissime tracce di calcio offensivo ed il suo Genoa è riuscito a vincere solo uno scontro diretto su ben 6 decisivi.
Nulla in contrario circa la sua permanenza, ma darne la certezza dopo una retrocessione è un altro paio di maniche, qualche valutazione è opportuna.
Quanto al D.S., Zangrillo avrebbe invece dovuto dirsi perfettamente allineato al pur promettente Spors, che finora è stato autore di un mercato che se lo avessero fatto Marroccu o Capozucca sarebbero stati torturati a De Ferrari, dove i due calciatori più forti (Østigard e Amiri) sono in prestito?
E dopo ogni figura barbina alla domenica a metterci la faccia è andato lui, il presidente.
Che resti pure Spors, merita una seconda chance e da inizio annata, però esserne entusiasti per quanto fatto finora suona solo come una forzatura dovuta alla novità.
L’importante è che tutti trovino in fretta coesione in fretta prima del nuovo anno, in caso di conferme o meno.
La società è solida, il presidente è un genoano vero e anche ieri l’ha dimostrato, soffrendo come un cane e palesando una legittima incazzatura.
Le basi ci sono.

Vittorio Semino
Vittorio Semino
Genovese, 30 anni, "malato" di calcio e ciclismo (non quello blucerchiato), il Grifone come fonte di gioia e (troppo spesso) amarezza.

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