03 Dicembre 2024
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FUOCO AMICO

Metabolizzato il derby, il dispiace e la delusione. Ma la rabbia resta. E non è per gli sfottò, per l’ironia, per la sconfitta. Ma bensì quella per il fuoco amico. I fucili sempre puntati, anche se ben mimetizzati. Che ora sono tornati a sparare. Si spara a zero, ad altezza uomo, su tutto e tutti.

Ed i principali colpevoli, sono gli americani. Loro la responsabilità della retrocessione, della campagna acquisti, dei risultati. Però c’è un ma, che pesa e non poco. La prima fallimentare campagna acquisti è stata ideata, imbastita ed effettuata dal precedente proprietario. La solita campagna acquisti, fatta di giocatori poco funzionali e con un peso sui bilanci non indifferente. L’errore, l’unico che mi sento di attribuire ai 777 è stata la scelta di Shevchenko (a cui io ho creduto e non mi nascondo).

Tutto il resto è stato l’inizio del loro progetto. Come ho già detto, sicuramente rischioso, ma giustamente valutabile solo sul lungo periodo. Dare dell’incompetente, dell’inadeguato a Spors lo ritengo peccare di presunzione. Bisogna valutarlo dal prossimo campionato, con il suo team e la sua metodologia ai nastri di partenza. Accusare la nuova proprietà di aver raccontato bugie ed illuso la piazza è solo semplice polemica per il gusto di farla. Soprattutto alla luce dei dati usciti prima dell’approvazione dei bilanci: quasi 280 milioni di debito ed un bilancio approvato con un rosso di 50 milioni. Con la comparsa per magia di altre decine di milioni di euro di insolvenze non comunicate. Il mercato di gennaio, considerato inadeguato, è figlio di questa situazione. Non è stato fatto poco, ma è stato fatto il possibile visto gli scenari. Che senza l’immissione di capitale da parte dei 777 (che ci ha permesso di fare il mercato di riparazione visto l’indice di liquidità in negativo lasciato dalla precedente trasparente gestione) sarebbe stato fallimento. La retrocessione non è stata sancita dal derby, è molto più vecchia.

La valutazione sarà da fare con il prossimo campionato, con la programmazione e la partenza dall’inizio del progetto. Dopo si potrà valutare e decidere chi è inadeguato, incompetente, inutile. Fino a quel momento solo credito a chi ci ha salvato e ridato dignità, solo sostegno a chi in campo nonostante i limiti ha dimostrato di crederci ed ha onorato la maglia. Perché da sempre noi siamo così, come l’onda che viene dal mare.

OVUNQUE E COMUNQUE

Stefano Zaghi
Stefano Zaghi
34 anni, ferroviere. Papà mi ha trasmesso la malattia per il Genoa. "E capire tu non puoi, se non sei come noi"

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