Scrivo questo pezzo all’indomani della soffertissima vittoria del Genoa contro il Cagliari, in un match tirato , non bello ma tipicamente “genoano”che ridà quel lumicino di speranza di salvezza sul campo ad un gruppo che a mio modo di vedere è , in embrione, l’espressione di una nuova era, di una nuova dimensione dove il Genoa è già SALVO come società e come prospettive , molto più di altre squadre che così solide nelle basi non sono.
Lasciando per un attimo da parte le questioni di campo, che ci vedono in una settimana cruciale a preparare un derby da “dentro o fuori” per entrambe, vorrei soffermarmi sulla questione dell’Assemblea dei soci del Genoa 1893 che si terrà nel prossimo week end.
La settimana è iniziata con gli strali dell’ex presidente Preziosi nei confronti della nuova proprietà, mossi con l’eleganza di un elefante in una cristalleria , vista l’imminente partita decisiva con il Cagliari.
Fortunatamernte i nuovi proprietari hanno risposto a stretto giro di posta sia con un comunicato che con lo snocciolamento dei dati dell’ultimo bilancio che dimostrano inequivocabilmente come venisse gestito il Genoa, caricandolo di costi assurdi per favorire l’aggiustamento dei bilanci di altri attraverso il giochino di sponda delle plusvalenze che però per il Genoa significava caricarsi di costi enormi ed insostenibili relativi ad ingaggi e commissioni verso i procuratori.
Sconvolge la sfacciataggine con cui l’ex proprietario si è permesso persino di minacciare azioni lergali nei confronti di chi ha salvato il Genoa immettendo 50 milioni VERI e sull’unghia , necessari per arginare le voragini gestionali lasciate dal suo modus operandi.
Disgusta anche , almeno a me personalmente, che si sia permesso di criticare il mercato dei 777. Un mercato fatto anche di alcuni errori ma pesantemente penalizzato proprio dal fardello lasciato da lui..che evidentemente rimprovera ai suoi successori di non aver continuato a disperdere capitali nei torbidi rivoli di sua conoscenza, continuando a “surfare” su debiti, favori ed intrallazzi.
La mia speranza è che si vada allo scontro a viso aperto con le carte in mano, e che ci si liberi di questo bubbone purulento che è ormai diventata la sua presenza.
I tempi sono maturi per ricostruire dalle fondamenta e l’erba “gramma” come diciamo a Genova, va estirpata senza esitazione.
Riccardo Repetto