Mentre a scarpino si festeggia la vittoria dei loro amici butei e si dileggia la nostra passione, il risveglio è un misto di rabbia per ciò che sarebbe potuto essere e che non è stato (ieri) e di consapevezza.
Il Genoa c’è e lotterà fino alla fine questo è certo.
La gara di ieri ci ha regalato un’altra consapevolezza e cioè che anche nella sconfitta il connubio tra il Genoa (tutto) e la sua gente è immutato, se vogliamo persino rafforzato.
I limiti tecnici sono evidenti, ma il fatto di aver fatto gara pari con una squadra più ricca qualitativamente e agguerrita come si è dimostrato il Verona ieri sera, non può che essere un forte corroborate.
Comunque si giri la classifica, pare evidente che l’avversario su cui fare la corsa sia il Cagliari che dista “solo” tre punti.
Avremo una carta importante da giocarci nello scontro diretto.
Gli isolani che per inciso non stanno certamente passando un buon periodo di forma, sono nel mirino, ma già dalle prossime due gare con Lazio e Milan, si dovrà cercare di ottenere punti.
Il calendario non pare troppo amico, ma il calcio non è matematica.
Se poi finirà male accetteremo il verdetto del campo e andremo in purgatorio con dignità ma con la ferma convinzione che il peggio sia passato.
Come è logico che sia qualcuno gode in maniera sguaiata, ma anche questo ci regala consapevolezza.
La consapevolezza di essere il loro peggior incubo.
E come non potrebbe essere così?