Quattro domande al nostro amico Andrea Rivellini, avvocato cassazionista, consigliere di Amministrazione della Fondazione Carige, opinionista televisivo, ma soprattutto uomo di mare e genoano vero
Portanova, Rovella e Yeboah in veste di Azzurrini. Dove possono arrivare questi ragazzi?
“La convocazione in Under 21 di Portanova, Rovella e Yeboah rappresentano la conferma della bontà della linea verde sposata dalla Società per il tramite del direttore Spors, ma è anche figlia di un Genoa targato Blessin che si propone prepotentemente alla ribalta nazionale, attirando l’attenzione dei selezionatori. Se infatti Rovella è ormai un habitué degli “azzurrini”, per Yeboah è una conferma non scontata, ma figlia delle ultime buone prestazioni rese come prima punta con tutto il peso dell’attacco sulle sue spalle.
La vera novità meritatissima è Manolo Portanova, il figlio di Daniele che dal padre ha ereditato il carattere a cui aggiunge una buona tecnica e doti atletiche fuori da comune. Manolo pareva un complemento messo sul piatto nell’operazione Rovella alla Juve ed invece si sta rivelando un ottimo giocatore che interpreta da manuale il geghenpressing dell’allenatore tedesco.
Viste le magre figure della nazionale maggiore che necessita, giocoforza, di una radicale rifondazione, a mio avviso, tutti e tre possono ambire ad esserne protagonisti!”
Finalmente dopo 7 pareggi consecutivi per il nostro Grifone è arrivata la tanto attesa vittoria contro il Torino. Te l’aspettavi?
“Lo dico senza falsa modestia, non solo me lo aspettavo ma lo avevo anche dichiarato pubblicamente nel corso della puntata del mercoledì sera di Realtà Genoana su Radio Zena.
Da quando il tecnico tedesco siede sulla panchina rossoblù ho manifestato la mia piena convinzione che riusciremo nell’impresa di mantenere la categoria.
Inizialmente, da più parti ed anche opinionisti titolati accoglievano questa mia positività con malcelati sorrisi di commiserazione, ma il mio ottimismo non è figlio di mancanza oggettività e realismo, tutt’altro, io ci credo perché ho visto nel nuovo tecnico e nella squadra una forza mai palesata prima, che venerdì scorso con il Torino si è sprigionata in modo perentorio soprattutto quando il Genoa è rimasto in inferiorità numerica.”
Blessin, l’energia fatta a persona e qui mi fermo altrimenti non finisco più. Vuoi descriverlo?
“Blessin è caratterialmente un trascinatore, un fine psicologo, un motivatore di primo piano. É un tedesco atipico, molto mediterraneo.
Nei modi mi ricorda il primo Prof. Scoglio, al quale lo accomuna l’immediato feeling costruito con la gradinata Nord.
Il tecnico tedesco non è solo questo; fa giocare bene la squadra, in poco tempo ha fatto entrare nella testa dei suoi ragazzi il geghenpressing che ottimi risultati sta portando alla causa rossoblù, non dimentichiamo infatti che il gol partita di venerdì col Toro nasce da una palla recuperata da Frendrup a 72 metri dalla propria porta nella trequarti avversaria.
Questo è il biglietto da visita del credo di Blessin che può sintetizzarsi nell’espressione “andiamo a prenderli alti”
Il punto di forza del Grifone per il rush finale?
“Il punto di forza è la “gente di mare”, il suo fantastico pubblico che, in casa ed in trasferta, sostiene incessantemente la squadra rappresentando il vero e proprio 12° uomo in campo.
Questo è un altro dei meriti del tecnico tedesco, l’aver ricreato le condizioni ambientali perché la tifoseria si compattasse e la gradinata tornasse a ruggire a sostegno dei colori rosso-blu.
In campo il punto di forza sarà la difesa granitica e io punto molto su Mattia Destro, che, anche se ultimamente ha vissuto un periodo di appannamento, sono certo che in questo scorcio finale di stagione farà vedere la sua classe e la salvezza passerà attraverso i suoi gol”.
Ultima domanda. Italia fuori dai Mondiali per la seconda volta consecutiva, sconfitta per una rete a zero dalla Macedonia del Nord. Azzurri con un buon possesso palla ma inconcludenti. L’ingrediente mancante?
“Alla squadra italiana manca da tempo una vera prima punta. Mancini ha la responsabilità di non aver creduto fortemente su un attaccante forte fisicamente come Scamacca, riproponendo in quel ruolo giocatori inconcludenti.
In oggi auspico un cambio ai vertici della direzione tecnica della Nazionale e una nuova linea, con giocatori nuovi e con un nuovo modo di far calcio.
Dal momento che non potrà sedere sulla panchina del Genoa, non mi dispiacerebbe vedere in Nazionale Giampiero Gasperini, l’allenatore più bravo che abbiamo in Italia e che il Genoa di Preziosi, non dimentichiamolo mai, alcune stagioni fa, allontanò pagando anche di tasca propria per spingerlo verso Bergamo, dove con l’Atalanta ha fatto vedere tutti il suo immenso valore.”
Fabiana Rebora