Bergamo, alta e bassa, ha riempito per anni, di sogni, speranze e paure, l’immaginazione di chi era poco più che bambino nel 1981.
La squadra della città, dal misterioso, per noi, nome di Atalanta, la Dea, sarebbe stata l’avversaria del Vecchio Balordo nella penultima e decisiva partita del campionato di serie B.
Il Grifone si giocava il ritorno in serie A, l’Atalanta la permanenza in B.
Un animale mitologico contro una Dea.
Per i meno appassionati il nome della squadra rimaneva misterioso, difficile da abbinare ad una città.
Chi si interssava di calcio sapeva che l’Atalanta era la squadra della città lombarda, anche se stentavamo a collocarla nel posto giusto sulla cartina geografica.
I più fantasiosi si spingevano a dire che la sigla AT sulle targhe automobilistiche, indicasse la città di Atalanta.
Io me la sfangavo solo per il fatto che mia mamma, genoana, è originaria di un paese in provincia di Asti.
Girava voce, nel quartiere, che i tifosi atalantini fossero terribili e che molti di loro, scendessero dalle valli intorno alla città, agguerriti più che mai.
Il passaparola, che ingigantiva tutto, alimentava il mito della trasferta, il nostro amato Grifone contro la Dea, il viaggio nell’interno oltre appennino, che ai nostri occhi appariva sempre più avventuroso e minaccioso.
Ma la cosa che più impressionava era il numero dei genoani che si preparavano a partire, duemila, cinquemila, ottomila.
Il numero cresceva ogni giorno di più.
Vincere a Bergamo, voleva dire, quasi certamente, tornare in serie A.
Diecimila, tredicimila, quidicimila!
Nessuno di noi sapeva il numero esatto, ma eravamo orgogliosi e ammiravamo chi si preparava alla trasferta, i più grandi, che ai nostri occhi apparivano immensi.
Epilogo
Il Grifone sconfisse la Dea, per anni si tramandó il ricordo di quella trasferta.
Un giorno lessi un libro sull’anabasi, un viaggio dalla costa verso l’interno in un luogo sconosciuto e ostile, affrontato con passione e coraggio da diecimila uomini.
Per anabasi si intende anche un momento di passaggio, in greco significa, letteralmente, risalita.
Capii cosa aveva affascinato noi ragazzini in quel giugno del lontano 1981.
Non ne eravamo consapevoli ma avevamo avuto la fortuna, grazie ai migliaia di genoani in trasferta a Bergamo, di vivere un’anabasi.
Non la prima ne l’ultima, anabasi rossoblú!
Forza Genoa!
Alberto Scotto