“Ci sono un norvegese e un messicano a Marassi, allenati da un tedesco…”.
Sembra l’incipit di una barzelletta, non lo è affatto.
Gli eroi del coraggioso e intraprendente pareggio contro la prima della classe hanno tre volti: quello del tecnico tedesco Blessin, sempre più coinvolgente e non più una sorpresa; quello di Leon Skiri Østigard ed infine quello di Johan Vasquez.
Il norvegese è un difensore vecchio stampo, un marcatore vero, una specie in estinzione.
Non imposta, non è bello da vedere, ma è una roccia fisicamente e un martello pneumatico di testa.
Spesso gli attaccanti avversari rimbalzano contro di lui; dalla discoteca dell’area di rigore, il nordico respinge gli avventori come un buttafuori.
È classe ’99, assai interessante in prospettiva ed infatti si vocifera pure dei soliti, inevitabili interessamenti altrui sul suo conto.
Complimenti a Spors per averlo portato qui: per adesso lui ed Hefti sono stati i più convincenti tra gli acquisti del mercato invernale.
La paternità dell’acquisto di Vasquez, nella drammatica campagna acquisti estiva, invece appartiene presumibilmente a Marroccu.
Per l’intuizione, dopo la sua splendida Olimpiade con il Messico, congratulazioni pure a lui.
Veloce, reattivo, concentrato, dotato di grande stacco di testa ed adattabile a terzino sinistro “bloccato” dietro, il numero 15 è la prova lampante di come i rari giocatori messicani che arrivano in Europa (il campionato messicano è infatti di buon livello e i club pagano bene) si inseriscono in fretta e molto raramente deludono le aspettative.
Non a caso il gringo classe ’98, una volta fatto debuttare, è stato titolare con tutti e tre i nostri allenatori di quest’anno.
Entrambi i difensori purtroppo sono in prestito, uno dal Brighton (serie B inglese), l’altro dai Pumas.
A o B che sarà, riscattarli e ripartire da loro sarebbe fonte di ampie garanzie.
Perché sono giovani, ma già pronti e hanno fame, tanta fame.