Parlare di “Modello Genoa” è alquanto prematuro anche se navigassimo in acque più tranquille, a prescindere da come finirà questo campionato si potrà giudicare l’operato di questa società nel medio-lungo termine ed eventualmente definirlo tale, ma il tentativo c’è e mi sembra evidente che si voglia provare a fare qualcosa di nuovo in Italia.
La situazione del Genoa è oggettivamente è molto delicata ma fortunatamente la maggior parte dei nostri tifosi hanno capito che intorno alla nostra società si sta muovendo qualcosa di veramente importante, sembra finalmente esserci progetto serio, una programmazione, quello che tutti noi abbiamo sempre chiesto alla precedente società.
Purtroppo solo qualche addetto ai lavori ha capito cosa si sta provando a fare a Genova mentre i più blasonati giornalisti italiani fanno facile ironia su un mercato strano fatto di nomi sconosciuti, su un DS giovane e inesperto e un allenatore sconosciuto arrivato da campionati che loro definiscono minori. Si sono lette critiche neanche troppo velate da giornalisti nostrani e questa cosa sinceramente mi ferisce sempre, anche se ormai dovremmo essere abituati che, comunque vada, da noi piove sempre mentre a Bogliasco splende il sole tutto l’anno.
Non credo sia sempre e solo malafede, forse è semplicemente ignoranza di quello che succede oltre i nostri confini, infatti il modo di fare calcio in Europa sta cambiando velocemente e si finisce poi con lo stupirsi se una squadra di semiprofessionisti come il Bode/Glimt prende a pallonate la blasonata Roma.
Per fortuna ci sono anche giornalisti preparati che parlano di noi vedono il progetto della 777 come un modello di fare calcio moderno. Proprio ieri ho avuto la fortuna di leggere un articolo di Eugenio Marzotto che scrive sul Giornale di Vicenza in cui parla della situazione del Vicenza e parallelamente parla anche della nostra. Purtroppo il Vicenza è in serie B e naviga in brutte acque e la salvezza rimane un obiettivo molto difficile da raggiungere esattamente come per il nostro Genoa. Quello che ci accumuna è vedere le società che provano ad affidarsi a quel “modernismo” in voga nel calcio italiano. Alla fine dice Eugenio: “in altre parole il dolore per una possibile retrocessione, può essere lenito da un progetto convincente e da idee chiare che ri-porti il Vicenza sulla strada del calcio che conta”. Ricordiamo che il loro SD Federico Balzaretti durante il mercato ha fatto una rivoluzione nella rosa del Vicenza provando a portare una mentalità nuova nella società veneta.
Ora vi metto qualche pezzo tratto dal suo articolo per vedere cosa pensa un giornalista preparato sul possibile modello Genoa:
Ma c’è una società oggi come oggi che in serie A, ha dato il via alla rivoluzione, mettendo in campo conoscenza, competenza e autonomia dei dirigenti: si tratta del Genoa, penultima a 14 punti, che ha chiamato in panchina Alexander Blessin, 39 anni, tedesco, che si è formato alla scuola-laboratorio calcistico Red Bull, seguendo il modello Rangnick, l’attuale tecnico del Manchester United. Il nuovo direttore generale del Genoa è Johannes Spors, 40 anni, ex responsabile scouting di Hoffenheim, Lipsia e Amburgo. Spetta a loro salvare il Genoa che nel mercato di gennaio ha acquistato 8 giocatori ma soprattutto spetta a loro mettere in pratica il modello Ragnick, così come chiede la proprietà, il fondo americano 777 Partners. Anche se retrocederà in serie B.
Ecco, è questo il punto, una progettualità che non cambia verso anche se cambia la categoria di appartenenza, anche se i budget mutano così come le aspettative. Per descrivere chi sono Blessin e Rangnick ci vorrebbe un libro, ma entrambe da piccoli hanno studiato prima il calcio italiano (Sacchi e Zeman) e poi quello olandese (Michels-Crujjff-ten Hag) e infine i tecnici tedeschi come Helmut GroB, Klopp e Tuchel. Insomma un’idea chiara sul modulo che parte dai principi del 4-3-3 e le sue variabili da inculcare da subito sia ai ragazzi delle Giovanili che ai giocatori della Prima squadra, con l’obiettivo di portare i giovani delle Academy a giocare con i grandi e parlare la stessa lingua calcistica.
Sia Rangnick che Blessin insistono su una cosa: «Il modulo migliore è quello che ti fa vincere, ma certi principi devono diventare pensiero totalizzante e ci vogliono i giocatori giusti per interpretarlo». È solo una parte del metodo Red Bull-Rangnick che ha Blessin come testimonial italiano, si tratta cioè di un’espressione della filosofia calcistica, un metodo, un’organizzazione che alle nostre latitudini (italiane) non esiste ma che ha costruito la crescita del calcio tedesco e dei giocatori della Bundesliga in meno di dieci anni. Il Genoa di Blessin e Spors si candida cioè a diventare un modello organizzativo e calcistico, figlio di quel nuovo calcio che in Europa è già diffusissimo. Dal punto di vista tattico significa pressing asfissiante (a zona o a uomo), transizioni e ripartenze con i difensori che anticipano l’avversario e impostano l’azione e le mezzali che diventano attaccanti. Nagelsmann (33 anni) attuale tecnico del Bayern quando sedeva in panchina all’Hoffenheim e Lipsia giocava con un 2-6-2. E poi la metodologia di allenamento, la psicologia, il mercato. Rangnick ad esempio non adotta punizioni economiche per i giocatori indisciplinati o ribelli, semplicemente li manda ad allenare ragazzini delle Giovanili, a fare i commessi nei negozi del merchandising o, nel peggiore dei casi li obbliga a partecipare agli allenamenti indossando il tutù da ballerina. Ma di converso se un giocatore segue la sua filosofia di calcio lo tutela dal punto di vista mentale ed educativo come fosse un secondo padre.
Inoltre l’uso dei metadati sui giocatori per il mercato, diventa il primo strumento nelle scelte, e poi si organizza una rete fittissima di osservatori per lo scouting. Insomma si unisce l’analisi video del giocatore con gli occhi sul campo e la presenza in tribuna per la seconda analisi e scrematura di selezione.
C’è molto lavoro in tutto questo ma al Genoa non hanno fretta, prima di tutto gli americani del fondo 777, proprietari del club vogliono radicare un metodo di lavoro.
Allora per guardare – forse – il Vicenza che verrà, bisogna in qualche modo leggere quello che sta accadendo al Genoa, tanti indizi portano in quella direzione.
Ringrazio ancora Eugenio Marzotto per il bellissimo articolo e la disponibilità e speriamo il meglio per entrambe le nostre squadre!
Articolo WE ARE LANE: https://www.ilgiornaledivicenza.it/spazio-lettori/blog/we-are-lane/la-bbv-e-il-futuro-del-vicenza-l-immobilismo-e-la-fine-di-tutto-1.9177099