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PAGELLONE DEGLI ALLENATORI DI SERIE A

PAGELLONE DEGLI ALLENATORI DI SERIE A

23 giornate di campionato ed ora la sosta.
Ecco il pagellone degli allenatori di serie A finora.

GASPERINI 6,5: fuori dalla Champions in un girone abbordabile, in serie A l’Atalanta è ottima quarta.
Tuttavia raramente la sua squadra ha trasmesso la sensazione di strapotere e brillantezza degli anni prima.
Certamente i tanti infortuni hanno influito.

MIHAJLOVIC 7: per il Bologna un calcio gradevole e la salvezza già ampiamente acquisita.
Ha il coraggio di lanciare tanti giovani ed è ripagato.

SEMPLICI S.V.: un punto in tre partite, perde con noi e viene cacciato.
MAZZARRI 5,5: eredita una squadra con uno spogliatoio spaccato in fazioni.
Fino a Natale il gioco ed i risultati sono pietosi; dopo la sosta 7 punti in 4 partite, purtroppo per noi, sono un bel bottino.

ANDREAZZOLI 7,5: assembla alla grande una squadra giovane, costata poco e considerata tra le favorite a retrocedere.
Meccanismi di gioco studiati bene e tradotti con belle prestazioni in campo, tante vittorie e salvezza già in tasca. Chapeau!

ITALIANO 7,5: con i suoi modi isterici e sovraeccitati, si conferma un futuro grande della panchina. Già a La Spezia si capivano le qualità.
Parte facendo i punti senza un gran calcio, ora la Fiorentina gioca pure davvero bene.

BALLARDINI 4,5: guida senza motivazioni una squadra già scarsa di suo.
Cambia moduli come mutande, improvvisa giocatori del tutto fuori ruolo e colleziona appena 3 punti in 4 scontri diretti.
Dov è finito il suo classico buon senso?
Per nulla esente da colpe.
SHEVCHENKO 3: paga i troppi infortuni ed un calendario impossibile.
Detto questo, non dà la svolta nè morale, nè di gioco, anzi peggiora la situazione.
Allo stato attuale non è in grado di allenare un club, in futuro chissà.
Merita l’esonero in pieno dopo il suicidio con lo Spezia in casa.
Solo su una cosa aveva ragione: a richiedere rinforzi immediati nei soliti ruoli scoperti.
BLESSIN S.V.: impossibile dare giudizi dopo una sola partita. Dimostra entusiasmo ed ottima intesa con i calciatori. Come inizio non c’è male.

DI FRANCESCO S.V.: tre partite alla guida del Verona, tre sconfitte dignitose e quarto esonero di fila. Il fantasma del bravo allenatore che fu anni fa.
TUDOR 8: la vera rivelazione dell’anno.
Si dimostra intelligente riprendendo i concetti di Juric ed addirittura migliorandoli.
Esalta Barak e Lazovic, fa salire in cattedra Caprari e rende un bomber Simeone.
Il Verona è un piacere per gli occhi, il suo gioco è verticale ed a ritmi altissimi, a volte insostenibili per gli avversari.
La splendida classifica non è un caso.

S. INZAGHI 8: assume la guida dell’Inter privata di Lukaku, Hakimi ed Eriksen.
Passa in Champions ed è in testa al campionato, migliorando pure le trame di gioco rispetto all’anno scorso. Tanta roba!

ALLEGRI 4,5: in Champions prende 4 sberle a Londra dal Chelsea, ma vince non si sa come il morbido girone.
In campionato è quinto e ancora in corsa per il quarto posto, grazie a tanti punti negli ultimi due mesi.
Non un successone, considerato che, nonostante un centrocampo davvero inadeguato, la Juve è seconda solo all’Inter come rosa.
Vedere i bianconeri chiudersi in trincea contro chiunque, con un calcio da anni ’40 e le punte nella loro trequarti campo ad inseguire gli avversari, è indecoroso.
Vedremo se l’esperienza e Vlahovic aiuteranno Acciughina.

SARRI 5: ormai succube del suo 4 – 3 – 3 di successo a Napoli, in pochi mesi smantella il meccanismo collaudato e funzionale di anni di Inzaghi alla Lazio.
Prende imbarcate a destra e a sinistra e del suo calcio si vede ben poco.
La classifica è comunque sopportabile.
Se alleni la Lazio (non il Real Madrid) e hai Lazzari e Luis Alberto, dovresti fare il santo favore di farli giocare sempre, anche se il primo è un laterale da 5 ed il secondo un trequartista, ruoli non contemplati da Sarri.
Una sistemazione per loro va trovata e non in panchina.
Da valutare nella seconda stagione, dato che il suo calcio richiede tanto tempo per assimilarlo, forse anche troppo.

PIOLI 7: propone un calcio sempre piacevole ed è secondo in classifica.
Rilancia Tonali e si conferma un cultore della linea verde (eccetto i centravanti).
Come prevedibile, esce dalla Champions nel girone di ferro; mezzo punto in meno perchè lì un paio di partite se le è giocate davvero male.
Tanti, troppi infortuni anche per lui.

SPALLETTI 7: fino a novembre il suo Napoli è inarrestabile e guida la classifica.
Come sempre accade alle sue squadre, va in crisi nera a dicembre, cadendo in casa anche con Empoli e Spezia.
Stavolta però ha una grossa giustificazione, dato che rimane orbato di 5 titolari fondamentali.
Ora si è ripreso ed è secondo a pari merito col Milan.
Allenatore vero e che dà garanzie, finora non si è nemmeno reso protagonista dei suoi classici atteggiamenti teatrali.

MOURINHO 5,5: la Roma è sopravvalutata, non in grado di competere per il quarto posto.
Il vecchio Mou esibisce una squadra orrida in diverse partite, alternate a trasferte scoppiettanti (Bergamo ed Empoli) in cui abbindola tatticamente allenatori esperti.
Inspiegabile perché continui ad affidarsi sempre e solo a 13 o 14 giocatori, emarginando tutti gli altri.
Immancabili le polemiche contro tutti nei dopo partita.
Eppure la sua presenza lascia una traccia sul campionato, personaggio mai banale.
E la classifica è discreta.
La sua epopea gloriosa è finita, ma se la squadra sarà rinforzata l’anno prossimo potrà fare bene.

CASTORI 5: inutile infierire. Manco Mandrake salverebbe la Salernitana con la rosa vista fin qui.
COLANTUONO 5: idem.

D’AVERSA 5: voluto dal suo mentore Faggiano, nelle prima partite esibisce un calcio stranamente offensivo, per poi tornare subito sul suo classico catenaccio e contropiede.
Dopo l’arresto di Ferrero, la Samp ingrana trascinata da Candreva e Gabbiadini in stato di grazia.
Dopo la sosta le perde tutte e viene cacciato con 20 punti, tutto sommato un bottino semi – accettabile.
GIAMPAOLO S.V.: talebano del 4 – 3 – 1 – 2, è assai rischioso farlo subentrare a stagione in corso.

DIONISI 6: l’allenatore forse più richiesto in estate approda al Sassuolo e fin qui non ruba l’occhio.
Ha una squadra con un tridente da Nazionale (Berardi – Scamacca – Raspadori), il raffinato regista francese Maxime Lopez, il potente incursore Frattesi, dei bei terzini di spinta, eppure la classifica è modesta rispetto al potenziale.
Alterna partite fantastiche contro le grandi a flop contro le piccole.
Da rivedere.

THIAGO MOTTA 6,5: meriterebbe 7 per gli incredibili 25 punti dello Spezia e perchè riesce a dare la svolta quando ormai è di fatto esautorato dall’incarico.
Invece 6,5 perchè 8 dei 9 punti con Napoli, Milan e Samp (sarebbero state giuste due sconfitte e un pari) sono frutto del fattore C e basta.
Le sue idee di calcio sono propositive, le abiura per chiudersi a riccio e ripartire.
Contro il Genoa le due migliori partite.

JURIC 7: assume la guida tecnica di un Torino certamente più forte rispetto alle due catastrofiche stagioni precedenti e ripaga la fiducia.
Stenta all’inizio, poi cresce come proposta di calcio e risultati e questo senza mai avere Belotti, sparito dopo l’Europeo.
Davvero bravo!

GOTTI 5,5: guida una squadra ultra fisica e qualitativamente mediocre.
Per di più la società lo mette in discussione di continuo. Non è semplice allenare in queste condizioni.
Ha il merito di lanciare subito Beto.
Viene esonerato con l’Udinese già sopra la zona rossa, lui saluta e ringrazia tutti.
Un allenatore normale, un signore come stile.
CIOFFI 6: senza infamia e senza lode.

ZANETTI 6,5: se la gioca contro tutti, con un calcio senza arabeschi, ma ben organizzato e creando in ogni partita diverse palle gol “pulite”.
Di più è difficile da ottenere da un Venezia che presenta 6 o 7 buoni giocatori, mentre i restanti titolari e tutte le riserve hanno valori da serie B.

Vittorio Semino
Vittorio Semino
Genovese, 30 anni, "malato" di calcio e ciclismo (non quello blucerchiato), il Grifone come fonte di gioia e (troppo spesso) amarezza.

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