24 Novembre 2024
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The Sound of silence

Mai come quest’anno il mercato si presenta come un elemento fondamentale della nostra stagione.
La cosa assume contorni ancora più grotteschi se pensiamo che per terminare il percorso di transizione che ci porterà alla apparente normalità (ma la cosa eccezionale dammi retta è l’essere normale cit.) siamo costretti a passare nuovamente dalla giostra del mercato. Non che non ci fossimo abituati, però questa volta è diverso.

Pennivendoli che impazziscono a cercare informazioni ma niente, amici di procuratori che girano a vuoto e sparano nomi a caso, procuratori che non sanno più dove piazzare i loro scartini, pseudo giornalisti televisivi costretti a commentare le previsioni del tempo; dal punto di vista dell’informazione una catastrofe.

Mi viene da ridere se penso ad un possibile colloquio con le nostre fidate fonti informative … Belin sciô Spors ma chi accattemmü e lui che risponde educatamente, illustrando la propria strategia e i suoi contatti ma in perfetto linguaggio teutonico. Sconforto tra i nostri provincialotti che abituati a vagare tra Nervi e Arenzano al limite hanno ascoltato quelle cadenze sotto a un ombrellone ai bagni Teresa.

È finita la pacchia del liberi tutti, della corte dei miracoli dove ognuno può dire tutto e il contrario di tutto tanto non c’è smentita.

E così da una parte si tira fuori il problema del denaro per il mercato e dall’altra arriva la comunicazione dell’avvenuto aumento di capitale: avvenuto, coniugato al passato, cioè già fatto … ah … comunicati di giocatori già comprati, già firmati, già pagati … ah …

La cosa che più mi piace di questa Società è proprio questa, l’essere internazionali, siamo passati dal circolo artistico il tunnel al tunnel sotto la manica, come dire dallo scopone al tre sette.

Le parole sono sussurrate nel suono del silenzio.

Giulio e Giamba
Giulio e Giambahttps://genoa.music.blog/
Giulio e Giamba due ex ragazzi innamorati di Genoa da sempre. Dai nostri Nonni e dai nostri Padri che per mano ci portavano Ä u Campo, che ci raccontavano storie rossoblu, che ci hanno trasmesso l’amore per il Vecchio Balordo. Ci siamo conosciuti al lavoro, uno Cliente l’altro Fornitore, ma già dopo 15 minuti stavamo parlando di Genoa e oggi circa 30 anni dopo non esiste ancora telefonata o incontro che non inizi parlando di Genoa, succede sempre e i nostri colleghi che non hanno la fortuna di essere Genoani come noi ci lasciano soli e vanno a prendere il caffè. La prima bandiera? quadrata a scacchi rosso blu, l’emozione più forte? a Liverpool con la doppietta di Pato, la gioia più grande? il Principe che saluta con il tre sotto quelli la, il ricordo indelebile? il Capitano che esce dagli spogliatoi e corre sotto la Nord.

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