“Papà, Papà, chi è stato il più forte giocatore del Genoa? Abbadie o Verdeal?”
Mio papà: “Boyè, il cornuto!”. Buaié, alla francese. “Cornuto? Perché?”.
“E lascia stare, nella lunga storie delle disgrazie pure questa ci doveva capitare!”.
Mario Emilio Heriberto Boyè nasce a Buenos Aires il 30 luglio 1922, fa l’attaccante esterno, l’ala. Fra il 1941 e il 1949 gioca 190 partite realizzando 108 reti e col Boca conquista anche due titoli nazionali.
Boyè 20 milioni di lire, cifra record, arriva al Genoa nell’estate del 49. Con El Atomico il Genoa punta allo scudetto.
Problema. La moglie, la bellissima ed esuberante Elsa ama la vita mondana e a Genova, con la suocera tra i piedi, proprio non si trova.
Famosa la frase “yo me muero”.
Partirà in fretta e furia da Roma il 22 gennaio 1950 dopo una partita persa 3 a 0 abbandonando il Genoa. Si vocifera poi che tornò in Argentina per consegnare la moglie nelle mani dell’amante.
18 presenze e 12 reti. Una quadripletta contro una delle difese più forti, la Triestina.
Ora, a 70 anni di distanza la storia si ripete.
Arriva il Panteron Caicedo. Record di gol negli ultimi minuti.
Ingaggio record, 2,5 mio, ed una bella moglie: Maria. Anche lei non si trova. Genova le va stretta e quindi con qualche spicciolo di presenze per un malanno muscolare, Caicedo dice stop al Genoa.
A mai più Atomico Panteron, vai pure a Milano, ma occhio alla moglie, eh!
Non è Francesca…
Giulio Bonini