22 Novembre 2024
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IL PUNTO DEL LUNEDÌ

Diciassettesima giornata, il derby.
Purtroppo niente di nuovo sotto il sole, altra sconfitta. Alcuni recuperi in extremis non sono bastati.
La strada è sempre più in salita, anche perché l’unica squadra davvero paragonabile a un materasso è la Salernitana (perderci è stata un’impresa), mentre solo il Cagliari non smuove quasi mai la classifica al pari nostro.
Lo Spezia per fortuna è ancora a un tiro di schioppo, in attesa del match di stasera a Roma; le altre invece fanno punti senza tante storie, anche contro avversarie ritenute del tutto fuori portata (l’Udinese con il Milan, il Venezia con la Juve).
Venerdì sera ci aspetta la Lazio, appuntamento complicato ma non impossibile come altre partite affrontate finora, date le palesi difficoltà della squadra di Sarri, allenatore certamente bravo ma talmente ostinato sulle sue idee tattiche da aver distrutto il sistema collaudato da anni da Simone Inzaghi, tramutando la difesa in una banda del buco e non riuscendo a proporre per ora il calcio qualitativo che l’ha reso famoso a Empoli e soprattutto a Napoli.
Quanto al futuro del Genoa, i programmi sicuramente sono ambiziosi e ben delineati; è stata annunciata la rivoluzione da Wander e infatti si rende necessario un repulisti immediato della rosa a gennaio e l’acquisto di giocatori veri.
Già al 6 gennaio, prima di ritorno col Sassuolo, sarebbe bene avere almeno 3 o 4 nuovi titolari già in campo: titubare sarebbe deleterio.
Biraschi, Ghiglione, Sabelli, Melegoni, il Badelj di quest’anno, Tourè, Galdames, Caicedo senza motivazioni ed Ekuban ci crescono come l’acqua nel vino.
Appare invece inevitabile per questioni di età e contratto tenere fino alla scadenza a giugno Masiello (il suo lo fa ancora), Behrami e Pandev, mentre un ragionamento sul rendimento complessivo di Sirigu adesso forse andrebbe fatto, così come andava posto in essere sulle sue due ultime stagioni al Torino prima di acquistarlo, al di là del nome importante e della carriera titolata.
Prendere le mosche a Torino ed evitare la goleada è lodevole, senza il contesto di altre prestazioni adeguate (parlo delle ultime 7 o 8 partite) non è però sufficiente.
Piazzare tutti in ogni caso non sarà impresa semplice.
Capitolo Shevchenko: è capitato qui in una situazione disastrosa, con un calendario micidiale e senza più di mezza squadra, specialmente senza punte.
L’allenatore ucraino è stato scelto in modo specifico e mirato dalla proprietà, giustamente godrà dell’appoggio societario, di recuperi, di nuovi acquisti e arriveranno pure partite più alla portata (non alludiamo al derby, quello lo era) delle precedenti.
Finora non è assolutamente possibile esprimere una valutazione tecnica sul suo operato.
Le assenze sono state troppo condizionanti ed indubbiamente la mancanza di armi offensive ha fatto sì che si siano verificati eccessi di prudenza nell’atteggiamento della squadra, come traspare da un solo gol fatto.
Si è capito solo che non è un motivatore, perché non ha saputo trasmettere maggior carica agonistica e coraggio ai suoi, per quanto lacunosi e modesti; non sta scritto da nessuna parte tuttavia che un bravo allenatore debba per forza eccellere in tale aspetto.
Infatti, quando avremo un undici in campo degno di questo nome, ci si attende da lui una squadra organizzata e con idee di gioco piuttosto che una squadra “cattiva” agonisticamente o feroce.
Ogni valutazione per forza di cose deve essere rinviata da gennaio in poi.
Manca poco, ragazzi. Per fortuna.

Vittorio Semino
Vittorio Semino
Genovese, 30 anni, "malato" di calcio e ciclismo (non quello blucerchiato), il Grifone come fonte di gioia e (troppo spesso) amarezza.

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