Con il Closing previsto oggi, dovrebbe concludersi, a meno di brevi rinvii, definitivamente e in toto l’era Preziosi.
A fronte di un numero incredibile di bidoni, e li tratteremo, ecco, in mia opinione, i 10 migliori giocatori (la maggior parte dei quali venduti in fretta e furia per il demone della plusvalenza) della sua era, che ci ha regalato stagioni davvero importanti nei primi anni di A e un’agonìa indicibile nell’ultimo decennio, eccetto un paio di campionati.
Premetto che restano fuori dall’elenco signori giocatori, come il roccioso e a tratti esaltante greco Sokratis Papastathopoulos, il talentuoso e sfortunato Bosko Jankovic, Kaladze baluardo difensivo dalla carriera eccellente, Rafinha uomo – derby e terzino di livello internazionale, Veloso il cui rendimento è stato inferiore alle aspettative, il generale Rincon, il mancino Iago Falque, Pavoletti ariete di livello, il trattore ambidestro Ansaldi, Suso estroso spagnolo e giustiziere della Samp, senza dimenticare Piatek, macchina da gol qui.
Per non parlare dei portieri Frey, Perin e Sirigu.
In ordine cronologico di apparizione con la nostra gloriosa casacca ecco i nomi:
1) DIEGO MILITO “El Principe”: Giocatore sublime, goleador e piedi finissimi, un 9 con il talento di un 10. Superfluo aggiungere altro. Arriva in B e segna a raffica gol d’autore, se ne va dopo la C a tavolino, torna in A e conduce il Grifone alla stagione dei 68 punti con quinto posto, mettendo a referto 24 gol, tra cui 4 in due derby.
Un consiglio ai giovanissimi. Per capire chi era davvero sono sufficienti 3 video: i gol contro Ascoli e Vicenza in B e l’azione con assist finale a Palladino in Genoa – Napoli 3 a 2 in A. Quest’ultima è poesia.
2) DOMENICO CRISCITO: Chapeau al nostro attuale capitano.
Si mette in luce giovanissimo nell’anno della promozione e torna 6 mesi dopo (scaricato dalla Juve).
Poco strutturato fisicamente, ha comunque buon passo, grande eleganza e soprattutto una tecnica non comune a un difensore.
Nell’anno del quinto posto Gasperini intelligentemente lo tramuta da centrale sinistro della 3 a laterale della 4 a metà campo e da lì in poi si riscopre più fluidificante o terzino che centrale.
Dal suo ritorno a Genova (2018), quella in corso è senza dubbio la sua annata migliore, saltarlo è difficile per chiunque in questi mesi. Ed è pure un gran rigorista.
3) MARCO BORRIELLO: arrivato come talento del Milan mai sbocciato, Gasperini lo fa esplodere al nostro primo anno dal ritorno in A (2007/2008): 19 gol con acrobazie strepitose, gran colpi di testa e uno strapotere fisico clamoroso.
Torna anni dopo e mette la firma su un’altra salvezza con 12 gol, mentre la sua terza esperienza qua è trascurabile.
4) MATTEO FERRARI: un’unica annata qua per il buon Matteo, arrivato svincolato su intuizione di Rino Foschi (in sole due settimane da D.S. qua prese lui e Sokratis) ai primi di agosto 2008.
Mai visto negli ultimi 15 anni di serie A un difensore centrale del Genoa avere un rendimento così costante.
Sicuro, regale nelle uscite palla al piede, svelto e concentrato.
Un delitto lasciarlo andar via per pochi milioni in Turchia l’anno dopo.
5) THIAGO MOTTA: preso svincolato a settembre 2008, dopo anni ottimi al Barcellona e continui infortuni all’Atletico Madrid.
Tatticamente strepitoso, passo lento nel breve, ma falcata importante nel lungo, ha visione di gioco e tempi eccezionali, abbinati a forza fisica, capacità di inserimento e la giusta cattiveria agonistica.
La sua unica stagione qua è commovente e condita da 6 gol, tra cui la doppietta alla Juve.
6) HERNAN CRESPO: arriva qua a 34 anni e resta pochi mesi, ceduto a gennaio al Parma da Preziosi a torto e peccato, solo per risparmiare su sei mesi di contratto.
Va detto: mai nella storia era arrivato al Genoa un giocatore con alle spalle una carriera gloriosa come quella dell’argentino.
La sua breve parentesi è ottima: gol da biliardo col Napoli, un’incornata spaventosa in torsione all’incrocio alla Juve, altri 3 gol in campionato e 2 in Europa League, tra cui uno in pallonetto al Valencia.
È stato breve, ma ne è valsa la pena.
7) RODRIGO PALACIO: seconda punta favolosa, arriva dal Boca Juniors da giocatore già affermato nell’estate 2009.
Gasperini lo sacrifica all’ala destra al primo anno qua, lui si adatta bene grazie al suo passo e al suo dribbling, ma il suo potenziale è così limitato.
L’anno dopo con Ballardini emerge prepotentemente in coppia con Floro Flores e nel suo vero ruolo.
Il terzo anno Malesani lo utilizza da falso centravanti, lui continua a dialogare alla grande con la squadra e segna 19 reti, di tacco, con siluri da fuori e quant’altro.
8) ALBERTO GILARDINO: non me ne vogliano Pavoletti e Piatek, centravanti il cui rendimento qua è stato anche superiore, ma Gila anche sotto la Lanterna si conferma una prima punta non banale.
Del resto parliamo di un killer da quasi 200 reti in serie A.
Arriva a gennaio 2012 e parte subito forte in coppia con Palacio nel 4 – 2 – 4 di Marino.
Non appena lui si fa male, sparisce quel Genoa spumeggiante visto per un mese con l’allenatore siciliano.
Torna nell’estate 2013, dopo un’ottima stagione in prestito a Bologna, e si sobbarca l’intero peso dell’attacco in un Genoa abbastanza grigio, quello che passa da Liverani a Gasperini bis.
Se dall’anno dopo il mister di Grugliasco riporta lo spettacolo, in quell’annata l’atteggiamento è molto prudente e Gilardino gioca per la squadra e segna, nonostante il sacrificio, ben 15 gol.
Non male per un vecchio campione dato per finito da tanti.
9) DIEGO PEROTTI: preso per un baiocco dal Siviglia, la funambolica ala argentina dall’andatura caracollante disputa una stagione stratosferica (2014/2015), in cui manda al manicomio ogni domenica il terzino avversario, a suon di finte e dribbling; il tutto con una quantità di assist tale che non fa pesare la sua scarsa vena realizzativa.
Purtroppo l’anno dopo, quando stranamente non viene ceduto in estate, denota scarsa motivazione e saluta a gennaio, direzione Roma.
10) CRISTIAN ROMERO: centrale difensivo argentino, arriva 20enne nel 2018 e Ballardini lo ignora nelle poche partite in cui lo ha a disposizione.
Juric lo lancia subito dall’inizio e si capisce dopo mezz’ora della prima partita, contro la Juve, che trattasi di un giovane con doti fuori dalla norma.
Rapido, fisico, forte di testa e dotato con i piedi, pecca troppo di aggressività e i consueti cartellini ne sono lo specchio.
Nella prima stagione è incredibile in rapporto all’età, nella seconda (quando è già della Juve) le motivazioni e il rendimento calano.
10 + 1) MARCO ROSSI: il capitano più longevo della storia rossoblù. Veste la fascia di capitano per ben 8 anni tra serie C, B e A.
A fronte di mezzi sì importanti, ma non eccelsi, è garanzia di rendimento alto e massimo impegno, con le sue sgroppate sulla fascia destra e la grande duttilità.
Per amore della maglia, rifiuta anche offerte importanti di squadre più blasonate e ricche come Zenit e Roma.
Applausi per lui!