I Diffidenti, i Complottisti, gli Scettici Sono Stati Serviti.
Nel bel piatto preparato per loro dagli Chef 777 sono venuti fuori Shevchenko e Tassotti, non Iachini o Colantuono, con tutto il rispetto.
Faranno bene? Speriamo tutti di sì (non sono certo che tutti i Genoani se lo augurano a dire il vero), ma non abbiamo la bacchetta magica per saperlo.
Fatto sta che la svolta è epocale. Arriva un allenatore con ingaggio pesante, grandi ambizioni, richieste di mercato notevoli e uno staff di grido.
Questo dovrà essere di lezione a quanti si dicevano convinti che la cessione societaria fosse tutta una montatura di Preziosi, che i nuovi proprietari fossero dei burattini nelle sue mani, che non fossero ambiziosi e addirittura che non volessero procedere al closing, dopo aver lasciato già sul piatto parecchi milioni.
Anche parte della stampa genovese ha contribuito ad instillare il dubbio, forse spinta dal desiderio di vedere un “locale” alla guida del club.
Un “locale” che manca da decenni nel Genoa peraltro.
La figura dell’imprenditore italiano padre e padrone, magari anche tifoso, come Berlusconi o Moratti, purtroppo nel calcio del giorno d’oggi è sempre più rara, quindi ben vengano i fondi stranieri, se, come sembra, alcuni di essi hanno voglia di investire.
Ce lo vedete Preziosi, la figura dalla quale in tanti sono tuttora ossessionati, ingaggiare uno staff simile a quelle cifre?! Non scherziamo neppure.
L’imperativo quest’anno, dato lo scempio di risultati e una squadra costruita male a inizio stagione, resta quello di salvarsi.
Dall’anno prossimo, in caso di auspicata permanenza in A, forse ci si potrà divertire per davvero, finalmente, dimenticando una buona volta il grottesco dualismo Preziosi – Ballardini.
Chissà mai che il vecchio Enrico, dopo anni di gestione scellerata, stavolta non ci abbia fatto davvero un bel regalo, lasciandoci in mani ambiziose, fondo o non fondo, italiani o meno.
Le premesse sono ottime.