Il pareggio in extremis di Empoli non è servito a salvare la panchina di Davide Ballardini.
Troppa confusione, una vittoria in dodici partite , atteggiamenti ed errori che si ripetono ( visti anche in Coppa Italia) mancanza di idee e schemi…ma io dico soprattutto l’assenza totale di quello che nonostante il gioco non esaltante era stata la caratteristica principale della gestione Ballardini : la media punti.
Il piatto piange e la proprietà americana , vicina alla chiusura formale dell’acquisizione del Genoa , e a quanto pare già operativa seppur con tempi che avevano fatto sollevare dubbi, ha deciso che il nuovo corso verrà incarnato da un allenatore giovane come Andrij Shevchenko, già pallone d’oro e goleador di fama internazionale , allenatore emergente già da diversi anni.
Nonostante la giovane età , infatti, ha portato ai quarti di finale del Campionato Europeo una nazionale non di prim’ordine come quella dell’Ucraina.
Con se avrà uno staff di grande qualità tra cui Mauro Tassotti ed il figlio di Aldo Maldera , già match analist di ultima generazione per allenatori di livello internazionale.
Il profilo , non lo nascondo è di quelli che mi piace e che stuzzica le fantasie di chi sogna un Genoa dal respiro più internazionale e meno provinciale.
Perchè mi spiace dirlo , ma tra molti genoani , già da ieri serpeggiano dubbi che non mi piacciono. Dubbi che avevano ragione di esistere forse con una gestione come quella di preziosi che navigava a vista , senza ambizioni e con l’unico obiettivo di restare “rivettati” ai lussuosi tavoli dei vecchi marpioni del pallone (con conseguenti guadagni personali).
Intendiamoci, non che chi investa nel calcio lo faccia per far piacere a noi tifosi..ma un conto è un business di ampio respiro, moderno e proficuo per investitori e club, ed un altro conto è non VOLER crescere per non disturbare i compagni di merende che ci mantengono DENTRO il sistema.
Quindi lo dico con serenità : come mi preoccupava l’ingaggio di Thiago Motta, in un contesto “preziosiano”…voglio invece essere ottimista e felice per l’arrivo di un tecnico come Shevchenko che ha voglia di confermarsi, idee nuove e probabilmente alle spalle una proprietà che lo protegge , lo segue e lo asseconda.
Basta con quel provincialismo che ci vuole ancorati ad un’esistenza minimale ..aggrappati a sergenti di ferro di un calcio che non c’è più.
Il calcio è un gioco…il gioco è rischio.
Giochiamocela a viso aperto e con voglia di rinnovarci.