Sempre più spesso nel mondo del pallone, anche io qualche volta a dire il vero, si utilizzano avverbi, verbi, sostantivi o piccole frasi fatte per descrivere un momento.
Sicuramente la combo “selezione e combinazione” che ognuno di noi fa in maniera assolutamente involontaria quando deve formulare una frase, interviene anche quando si scrive.
Come si diceva l’effetto è quasi sempre assicurato ma, spesso, lontano dal vero.
Da più parti ed oserei dire pulpiti, ancorché non letteralmente detti, in questi ultimi giorni abbiamo detto, sentito dire e scritto che quella di oggi è la partita della vita.
Non è vero e spiego subito la ragione partendo dal presupposto che stiamo ragionando “solo” di calcio, ancorché parte importante della vita di noi tutti, questo abbinamento non lo trovo particolarmente felice addirittura un poco irrispettoso verso chi per la vita sta lottando.
Detto ciò, è comunque vero che per importanza e delicatezza la gara contro i lagunari di oggi, non è certamente secondaria.
Le continue contrapposizioni tra pro e contro sono sempre state nell’io genoano.
Così le più recenti sono quella tra preziosiani ed anti, che il tempo e la storia recentissima parrebbero aver superato, e quella tra ballardiniani ed anti.
Anche io ho più volte espresso il mio parere. L’ho detto ed anche “gridato”.
Mi ero chiaramente espresso già dopo la salvezza matematicamente ottenuta a Bologna nella scorsa stagione che per me sarebbe dovuto essere il capolinea dell’avventura del mister ravennate.
Per molte ragioni, ma soprattutto perché il mister non rappresenta nel mio immaginario un must.
Detto ciò, ed espresso più volte il mio giudizio, credo che sia arrivato il momento di porre fine a queste diatribe sul pro e contro che probabilmente potrebbero essere distorcenti e pesanti anche per mister e calciatori.
Oggi sarà gara importante, da vincere (nemmeno pareggiare) senza se e ma.
L’avversario evoca ricordi da brividi; la pagina più triste, insieme alla mancata licenza, degli ultimi lustri.
Il Venezia non è per nulla da sottovalutare.
Forse i nomi ai più sono poco conosciuti, ma mister Zanetti ha dato identità ed un gioco preciso.
Non si tratta certo del Real o del Manchester, ma in questo momento dobbiamo ragionare come se lo fossero e comportarci di conseguenza. Noi per un lato e la squadra (tutta) dall’altro.
Quando non si vince nemmeno per sbaglio, quando il gioco latita, quando le sicurezze sono come una chimera, anche una squadra di ragazzini dei giardinetti mette paura. Figuratevi una compagine di serie A.
Per questa ragione, oggi che si (ri)può, la gente del Grifone deve tornare a fare ciò che sa.
È vero che, non sia vitale ed è “solo” una partita di pallone e non la partita della vita, ma la sua importanza è tanta. Soprattutto per chi come me pensa che tra le cose futili il Genoa sia quella decisamente più importante.
L’appuntamento è oggi, finalmente alle quindici, il teatro quello dei sogni, l’occasione per tentare la prima al Ferraris in questo campionato.
Forza, Genoa, forza Ballardini…