In qualche sperduto angolo del Benin o di Haiti, stati in cui è la religione più praticata, uno stregone deve essersi divertito a praticare un rito voodoo autunnale nei confronti del Genoa.
Sì, autunnale, perchè ogni anno da metà settembre a metà dicembre, il Genoa attraversa un tunnel di 3 mesi nero come la pece.
Un tunnel dal quale si conta di uscire tutte le volte, aggrappandoci alla debolezza ed alle sconfitte di alcune avversarie (occhio: quest’anno l’unica squadra materasso è la Salernitana e ci abbiamo pure perso), al mercato di gennaio, al buon senso ed al fattore C di Ballardini, ad ogni elemento plausibile, anche a costo di scadere nel ridicolo.
Questo è il quinto anno di fila che si ripropone lo stesso copione, laddove il produttore tirchio è Preziosi (non lo sarà più), il regista è l’allenatore di turno senza offerte alternative in serie A, gli attori protagonisti sono una manica di giocatori mal assemblati e la figura del d.s. recita nei panni della comparsa.
Manca da troppo tempo la programmazione e anche il dialogo in sede di mercato tra le parti, data la scarsa funzionalità (e talvolta anche qualità) degli acquisti a moduli e quant’altro.
E allora perché parliamo, ovviamente ironicamente, di sortilegio?
Perchè, nonostante tutto, il Genoa tutti gli anni ha avuto componenti della rosa da serie A (eccetto pochi calciatori) e, sulla carta, in partenza ha sempre avuto valori superiori rispetto ad altre 5 o 6 squadre, zeppe di ragazzi inadeguati alla categoria.
Eppure niente, chiunque sia l’allenatore il denominatore comune autunnale è sempre la zona retrocessione (solo nell’annata Ballardini – Juric – Prandelli eravamo poco sopra) con tanto di disperazione pre – natalizia.
Il Genoa più completo e di livello dell’ultimo quinquennio è stato quello della scorsa stagione, incredibilmente costruito da un d.s. (Faggiano) e non da Preziosi, e, per non farsi mancare il solito inizio di stagione drammatico, tutta la rosa fu colpita per due settimane dal Covid, a cui fecero seguito oltre due mesi pessimi, con l’unico sollievo della riscoperta di Destro da parte di Maran.
Poi ci pensò Ballardini a far riemergere i valori reali della squadra.
Quest’anno chiaramente, con una squadra inferiore, l’andazzo iniziale è il solito, come sempre peggiore rispetto al valore reale della rosa.
La speranza è che la nuova proprietà americana abbia l’antidoto al rito autunnale, ma soprattutto che sappia intervenire per salvare la squadra quest’anno e prevenire il solito patimento in futuro.