Sono stato un paio di giorni fa al funerale di Roberto Derlin, l’ex giocatore e capitano rossoblu. Non lo conoscevo di persona, ma l’avevo visto giocare tante di quelle volte a Marassi quando ero ragazzo che lo consideravo un amico la cui scomparsa ti fa male.
Roberto Derlin era il classico anti-personaggio, sempre silenzioso e riflessivo, mai sopra le righe, serissimo, il classico giocatore su cui potevi contare sempre. Era il tipico metronomo a centrocampo, sempre pronto a dare una mano ai compagni alla squadra. È stato tanti anni nel Genoa, ne ha viste di cotte e di crude, ma stando sempre al suo posto. E gli allenatori di lui si fidavano ciecamente. Così, andando a scartabellare nei libri di storia rossoblù, ho scoperto quello che, secondo me, è un autentico record di Derlin, mai superato da nessun giocatore genoano e impossibile da superare ai giorni nostri.
Dunque Roberto nella stagione 1967-68, quella dei famosi spareggi prima a cinque e poi a quattro per evitare la serie C, ha giocato la bellezza di 46 partite consecutive, 39 di campionato e 7 di spareggi. Ne ha saltato una sola, la prima a Modena a settembre, poi tutto di fila fino alla fine di luglio. E, inutile dirlo, tutte partite da 90 minuti perché allora la panchina non esisteva!!!
E io di quelle 46 partite quell’anno vidi tutte quelle in casa, 4-5 trasferte e 5 di quei terribili spareggi con la famosa vittoria di Bergamo contro il Venezia nella partita decisiva. Non solo, ma l’ anno dopo in serie B giocò 36 partite su 38. E un giocatore così poi fu dato al Vicenza in cambio di Piampiani, un disastro, e mezzo Speggiorin. E il Genoa retrocessi in C…
Fu poi protagonista nella risalita dalla serie C fino alla serie A dove segnò il famoso gol nel derby della beffa di Maraschi…Credo che, proprio per il suo carattere schivo, questo suo record sia passato sotto silenzio e non abbia avuto il riconoscimento che avrebbe meritato. Ma allora erano altri tempi, più ruspanti, più difficili e i social erano impensabili.
Ebbene in quella triste cerimonia si è avvertita prepotentemente la genoanita’ e quello che rappresenta per quelli come noi. Vedere Sidio Corradi, sempre vestito di rossoblù, Attilio Perotti, Paolo Morelli ed anche Luciano Pique che nel Genoa ha giocato verso0 la fine degli anni 50 e i primissimi del 60 non ha prezzo in tempi come questi in cui c’è tanto bisogno di vivere il Genoa come siamo abituati noi.
Edo Bozano