Genoa… Principio… Destinazione
di Luca Canfora
Non mi resta altro, non ci resta altro.
Va bene, non si può avere di più, non si può vincere nulla, non si può sognare niente, non si può immaginare niente di più “alto”, niente di più “profondo”, niente di più “solido”.
E allora farò come ho sempre fatto. Quello che non c’è, quello che non si può avere, lo inventerò da me.
Principio. Principio come inizio, Principio come senso di appartenenza, come identità, come filosofia di vita. E allora non si tratta più di una squadra di calcio, ma di qualcosa che esiste molto prima, ed esisterà molto dopo. Se anche ci fosse un dopo.
Principio come origine, come causa. Origine dell’amore, causa del dolore, che poi sono la medesima cosa.
Principio come concetto che sta alla base di una affermazione, di una convinzione.
Principio come quello di Archimede: un corpo immerso nel Genoa riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso dell’amore spostato.
Principio come norma morale, come valore etico.
E Destinazione.
Destinazione come Destino, come azione del Destino, o come Destino di una certa azione.
Destinazione come luogo di non arrivo, luogo fisico o luogo del pensiero, dell’anima.
Destinazione, non come fine ultimo, ma come scopo, scopo unico, del viaggio. Un viaggio che non può finire perché non può iniziare, e quindi non può che avere un senso solamente durante il viaggio.
Perché il significato ed il valore è sempre… e soltanto… nel viaggio.
Riparto da questo, perché altro non c’è, e perché in fondo altro non mi serve.
E parto da un ragazzo di 19 anni che arriva dalla Sierra Leone, partito da solo a 14 anni per sfuggire alla guerra, arrivato in Italia dopo 8 mesi di viaggio scommettendo tutto sulla propria vita.
Un ragazzo che ha vissuto la fame, che ha visto il dolore, che ha conosciuto la solitudine, che ha guardato negli occhi la paura, che ha sorriso all’ingiustizia, che ha sopportato l’indifferenza e la cattiveria per inseguire una vita migliore.
Io riparto da questo, e se devo comprare una maglia io prendo quella di Yayah Kallon.
Non lo so se sia un campione, se lo diventerà, se mai avrà una Copertina, un Premio, un Trofeo. Ma so che in questo tempo svuotato di amore, speranza, passione, verità, bellezza, lui che indossa la maglia del Genoa rappresenta tutti gli Scudetti, le Stelle, le Champions, i sogni, le lacrime, le vittorie, che né io né il mio Genoa potremmo e potremo mai avere.
Ma è lui la mia Stella, il mio Sogno, il mio Genoa.
Il mio Principio.
E la mia Destinazione.
Grazie ragazzo, per avermi ricordato chi sono, da dove vengo… e dove devo andare.
Luca Canfora