QUEL VIAGGIO ALL’INFERNO
di Lore Benve
Sabato 26 Maggio 2006 la PARTITA.
La madre di tutte le partite alle tre del mattino siamo in strada,io Chicco il Droga e Fabietto,compagni di stadio e di vita.
C’eravamo un po’ persi,ognuno con la sua tormentata esistenza ognuno come direbbe Vasco “a rincorrere i suoi guai” ma a Salerno dovevamo esserci ed esserci tutti assieme.
il Genoa si giocava gran parte del suo futuro,dopo gli assurdi fatti dell’estate precedente e noi sentivamo la necessità di essere al Suo fianco,come tanti altri a guardia di una fede,facile andare a Liverpool o a Oviedo,molto meno essere lì quel giorno quel lungo maledettissimo benedettissimo giorno.
Si parte ma non c’e voglia di scherzare,di solito le nostre trasferte erano zingarate alla amici miei, ogni tanto anche ai limiti della legalità ma quel giorno no quel giorno si percepiva passione,tensione, un peso insopportabile quello di una categoria che in alcun modo ci apparteneva per storia per tifo per un senso di giustizia Il viaggio verso l’inferno viene fatto in silenzio.
Ci si ferma agli autogrill e si paga anche e questo la dice tutta sul nostro stato d’animo,
erano anche passati gli anni chi teneva famiglia chi teneva problemi,solo il Droga tende a rianimare la combriccola con aneddoti di trasferte passate.
Arriviamo allo stadio pubblico delle grandi occasioni noi saremo stati mille assieme, a rappresentanze di tifoserie amiche di più di meno non lo so.
Ci posizioniamo un po’ defilati come sempre per rispetto di chi quel centro quel fottuto meraviglioso cuore se lo era guadagnato coi fatti negli anni.
Noi siamo cani sciolti,ma con una voglia di cantare di gridare il nostro amore che levati e questo nonostante ormai si sia quasi quarantenni.
Non è una partita è un tormento,una tortura psicologica infinita.
Due musse epocali di Baldini e due gol di tal Ferraro( mi pare) e noi?
Noi sembriamo impietriti dalla paura,Lamacchi invece di giocare litiga con tutti,Manuel Coppola timbrerebbe anche ma il gol viene annullato a mio avviso inspiegabilmente.
Qualche azione nostra e qualche paratona di Scarpi ma 2 a 0 per loro,fino al minuto 44 del secondo tempo Marco Rossi si incunea in area e viene steso calcio di rigore! Nessuno lo vuole battere tutti guardano dall’altra parte a un certo punto non so voi ma ho pensato che lo tirasse Scarpi che a metà campo stava urlando di tutto a tutti.
Poi un UOMO e la sua fascia prendono il pallone lo tira Capitan Stellini e mentre si avvia dal dischetto viene accompagnato da un popolo e dalla sua leggenda.
Attimi interminabili e poi il capitano gonfia la rete stringe i pugni il capitano ed in quei pugni,ci stanno la rabbia e la ferocia di tutti,anche se lo avesse sbagliato per me sarebbe stato un grande per il coraggio e per l’esempio.
Quella qualificazione l’abbiamo conquistata quando Christian prende quella cazzo di palla in mano! e poi arriva Lopez e poi Zaniolo a Monza.
Ma tutto nasce da una camminata di un UOMO con il pallone sotto il braccio e il peso di una storia ultra secolare sulle spalle.
Nel ritorno da Salerno c’è quasi euforia come se quella partita si fosse vinta ma in tutti vi era la certezza che al Tempio la questione sarebbe stata risolta in un modo o nell’altro e secondo voi chi ha vissuto l’inferno può temere un qualsivoglia fuoco fatuo ?
Si sognava in grande dopo una sconfitta in lega Pro vi potrà mai essere qualcuno in grado di fermare un intero popolo in marcia ?
Perché NOI SIAMO I GENOANI e anche senza campo non si ferma la marcia,la mia gente continua a camminare guardando una stella fino alla notte dei tempi amici miei
SE TUTTO QUESTO NON LO SAI
TUTTO QUESTO NON LO SEI
Lore Benve