Ieri sera su Radio Zena è andata in onda una bellissima puntata dedicata a Luana Bucchieri, cantante genovese non vedente per cui ho scritto un paio di canzoni.
Una si intitola “Vivere davvero”.
Ho conosciuto Luana dalla mia insegnante di canto, Rossella Pellegrino, e quando lei ha avuto bisogno di canzoni per tentare la sua strada, mi ha chiesto di scriverle qualcosa di pertinente. Allora abbiamo fatto una bella chiacchierata a due per capire i suoi desideri, le sue difficoltà, le sue delusioni, le sue speranze.
Pensavo di trovare una persona colpita dal suo limite visivo, ma ho trovato altro. Ho trovato una ragazza serena, sorridente, mai vittima, piena di entusiasmo, di sogni, di ironia, di traguardi da raggiungere. Confronto non facile per uno come me, viziato, fortunato, abituato ad avere molto, e nonostante questo caratterialmente malinconico, mai soddisfatto, sempre in cerca di qualcosa senza sapere esattamente cosa.
Luana ti mette violentemente davanti al tuo limite: l’incapacità, la mia, spesso la nostra, di vivere la vita per quello che è, nella sua naturale e meravigliosa semplicità. Respirare, ascoltare, abbracciare, amare, cantare. Guardare.
Luana sa fare tutto, anche vedere quello che io non riesco a vedere.
Non avevo più ascoltato la canzone, e non ricordavo nemmeno le parole. Ma il punto è un altro, questa canzone mi piace perché la canta lei, perché cantata da lei ha un senso ed una forza che io non potrei dare, ed in fondo non l’ho scritta io, l’ha scritta lei.
Grazie Luana per avermi ricordato cos’è la vita.
Veniamo al Genoa:
“E vivere davvero nel tempo che ci dai…
… e piangere, ridere e combattere…
Un giorno capirai che vivere davvero…
… puoi farlo solo tu…
… cercando un modo… un sogno da rincorrere…
… per non cadere giù…”
E siamo ancora qui. Cercando un modo, un sogno da rincorrere, per non cadere giù.
Ci apprestiamo a chiudere il 14esimo anno consecutivo in serie A, cosa mai accaduta nel dopo guerra, con la concreta prospettiva di disputare il 15esimo, sospesi tra la soddisfazione per un risultato non scontato per il Genoa, ed il bisogno di qualcosa di più.
Il sogno da rincorrere.
Credo di poter dire che la nostra vita, anche di genoani, sia perennemente sospesa tra questi due sentimenti, da una parte la costante ricerca di qualcosa di più, dall’altra la consapevolezza di avere una vita da vivere e di cui poter godere… che non sono gloria, vittorie, lustrini… ma respirare, ascoltare, abbracciare, amare, cantare. E vedere… cosa che Luana non può fare.
Allora oggi mi prende così. Perché ogni volta che parlo con lei, che sono davanti a lei e mi cerca con le mani per dirmi qualcosa, perché non può vedermi, ogni volta che ride di gusto e non vede il mio sguardo malinconico, mi sento piccolo, piccolo, immaturo, ingrato e stupido.
Allora domani tornerò l’ingrato adolescente viziato che non si accontenta del suo molto, ma oggi mi “accontento” di respirare, di ascoltare, di abbracciare, di amare, di cantare. E di vedere il nostro Genoa entrare in campo, coi pantaloni rossi e la maglietta blu, di sentire il vociare dei genoani, e perfino i lamenti che spero presto di ascoltare da vivo, di godere di una partita, di una bella giornata primaverile, del sole, del vento, ed anche della pioggia, di un altro giorno in cui sognare qualcosa che non accadrà, ma che non ha alcuna rilevanza.
Forse il Genoa vincerà, forse perderà. Forse anche io perderò. Non importa.
Forse siamo tutti dei perdenti… ma la vita… come sempre… vincerà.
Luca Canfora