Sudditanza? Malafede? Incapacità?
Io credo che la classe arbitrale italiana sia colpita, almeno per la grande maggioranza di chi la compone, dal primo elemento elencato, molti anche dal terzo e nessuno (spero) dal secondo.
Sbagliare contro le grandi è sinonimo di guai in vista; per questo i nostri prodi fischietti ci pensano non una, non due, nemmeno tre, quattro o cinque, ma centomila volte.
Titoloni sui giornali, gare vivisezionate, polemiche dei media di corte, rimostranze di illuminati dirigenti fianco, in passato, lo smacco di essere rinchiusi nello sgabuzzino.
Questa è la italica gogna mediatica che attende chi abbia la sfortuna di sbagliare contro loro maestà.
Il termometro è stato mostrato nella recente intervista ad Orsato la cui prima domanda è stata su un errore commesso qualche campionato prima di quello attuale.
Perché allora i nostri coraggiosissimi fischietti dovrebbero mettere a repentaglio la carriera e la pecunia “solo” per concludere bene ciò che sono chiamati a fare?!
Si, carriera e pecunia. Perché pur non essendo professionisti a tutto tondo lor signori percepiscono un più che lauto rimborso spese per ogni campo calcato e per ogni match fischiato.
Il problema è proprio questo.
Perché cuordileone, se non fischia un rigore grande come una casa contro il Genoa, la domenica successiva si “guadagna” il Milan; ma chi glielo fa fare ad essere equo? Con l’onestà è sempre difficile comprare il pane, figurarsi riempire il salvadanaio.
Se si volesse equità sarebbe il sistema, tutto, a dover essere cambiato.
Ecco, l’ho detto e mi sono risposto.
Se si volesse……
Luca Ferrari