Oggi tra i fortunati “indossatori “della nostra maglia estraiamo dal mazzo un genio, per quelli della mia generazione (amanti del calcio) un talento assoluto, sicuramente tra i più forti (potenzialmente) nel decennio tra il 1980 e il 1990.
Trequartista dotato di una tecnica sublime,10 sulla schiena come stato sociale, è ritenuto dopo Puskas il miglior calciatore ungherese della storia.La sua carriera è lunga e romanzesca,come merita il personaggio. Si parte,come giusto che sia, dalla natia Ungheria e si viaggia… Germania, Grecia, Italia, Svizzera e Austria sono le tappe del magiaro. Il carattere non facile gli ha fatto perdere occasioni importanti (la Juventus su tutte). Approfondiamo un po’ la sua parentesi italiana, arriva a Bologna nel 1990 e qui si ferma 2 stagioni (giocò anche in coppa UEFA) lega con Scoglio, a quel tempo sulla panchina dei felsinei, mette assieme 42 partite e 14 reti che ancora oggi ti raccontano sotto le 2 torri.Passa poi alla neopromossa Ancona (che coppia con EL RATON Zarate)…. Il 3-0 all’inter (con doppietta fantastica di Detari) è la vhs che gli amici dorici non possono non avere in casa,chiuderà con 32 pres e ben 9 gol. Dopo un salto al Ferencvaros,nel 1993 approda al Genoa,carriera in fase calante ma il fascino del campione è ancora ben presente.Purtroppo solo 8 partite con 1 gol saranno il suo(magro)bottino in rossoblu.Segna in un umiliante Genoa Foggia 1-4 ma, nel mio personale album dei ricordi, trovano spazio l’assist a SKUHRAVY in un Roma Genoa 1-1 (pareggiò cappioli) e il palo nel derby finito 1-1 (ruotolo e platt) se quel tiro fosse stato gol layos sarebbe entrato di diritto nella storia delle stracittadine rossoblucerchiate. Lasciò Genova per la Svizzera, le fiammate di Detari qui non le abbiamo viste, ma il personaggio (pur se a fine corsa)è stato bello vederlo con la nostra maglia meravigliosa indosso. Oggi allena in Ungheria alternando settori giovanili a prime squadre,immaginarlo con tuta e fischietto, parlare a diciottenni sbarbati non può che farmi provare tanta invidia verso questi giovani giocatori che possono sentire i suoi racconti e i suoi aneddoti.
Emanuele De Filippi