Le due squadre si schierano a specchio, come contro il Crotone, con il loro modulo 3-5-2. La differenza è che il Torino, pur non disputando finora un buon campionato, è una compagine più strutturata dei calabresi, e questo aumenta le nostre difficoltà non permettendoci di disputare la bella partita di 15 giorni fa.
Per i rossoblu, comunque, ne scaturisce un ottimo pareggio che ci avvicina sempre di più al nostro obiettivo e ci fornisce ulteriori conferme sul nostro grande punto di forza: l’organizzazione difensiva.
La nostra difesa ha una solidità da fare invidia a quelle delle big. I difensori sanno sempre come comportarsi, lavorano su principi chiari leggendo sempre in anticipo le traiettorie e posizionandosi sempre correttamente rispetto al pallone e all’avversario … insomma da lì non si passa … un muro invalicabile!
Peccato perché, con un po’ più di convinzione e di cinismo, saremmo potuti tornare a casa con i 3 punti contro questo timoroso Torino che pensava più a difendersi che ad attaccare. Lo dimostra la sostituzione al 71’ di Zaza con Verdi lasciando il povero “gallo” Belotti da solo in balia dei nostri 3 difensori (perché non inserire Verdi insieme ai due attaccanti?).
Anche noi in questa partita non abbiamo lavorato nel migliore dei modi in fase di possesso e di conclusione. L’attacco non ha inciso come in altre volte: gli attaccanti si sono mossi poco e male non facendo mai da collante con il centrocampo, restando sempre distanti e avulsi dal contesto di gioco con la conseguenza di fornire poche linee di passaggio per i compagni. Destro ha toccato una decina di palloni in tutto, Pandev sei e anche Eldor ha combinato poco.
Una parte di responsabilità però va condivisa proprio con i compagni stessi, per la mancanza totale di verticalizzazione nella fase di possesso. Badelj è il giocatore del Genoa che ha più nelle corde questo tipo di giocata, lo ha già dimostrato ampiamente. Per questo è da considerarsi fondamentale, apprezzando comunque il giovane sostituto Rovella.
Il Genoa in questa partita risulta poco imprevedibile perché gioca quasi sempre dentro al campo per poi sviluppare l’azione fuori, cioè in ampiezza. Questa ricerca di aggredire mediante le corsie esterne sicuramente gli riesce bene grazie alle ottime catene laterali di cui dispone. Ciò rende le trame di gioco più avvolgenti ma a volte anche più lente e prevedibili.
La zona centrale del campo, però, è quella più pericolosa, quella dove si segnano più goal. Infatti le difese generalmente chiudono gli spazi centrali spingendo gli
avversari verso l’esterno dove è più facile pressare avendo l’ausilio delle fasce laterali. Per questo sostengo che la verticalizzazione sia il modo più rapido ed efficace per ribaltare l’azione poiché ti permette, in pochissimi secondi, di superare una o due linee avversarie raggiungendo la profondità. Credo quindi sia il principio con il più alto tasso di pericolosità togliendo all’avversario il tempo di ragionare ed organizzarsi. Inoltre favorisce la giocata sul terzo uomo, molto utile contro squadre come il Torino che hanno un baricentro basso e linee strette.
Mi sono permesso di sollevare questa piccola nota avversa, non mi piace chiamarla negativa, ma ciò non toglie i grandi meriti per il percorso che stanno compiendo i nostri ragazzi e lo Zio Balla, il nostro grande condottiero.
……. Avanti così …….Vecchio Balordo !!!
Analisi del mister Luca Rosi