A mente fredda la sensazione circa il risultato di ieri è la stessa: un buon punto che, senza alcune imprecisioni, sarebbero potuti essere tre.
La sensazione è che questa squadra, almeno contro le squadre di medio cabotaggio, non fatichi troppo a conseguire risultati positivi e ad esprimere trame di gioco fluide.
Gli interpreti sanno a memoria lo spartito, e ciò è testimoniato dal fatto che da molte gare il Genoa abbia un undici riconosciuto come titolare.
Qui sta una grande differenza tra la conduzione tecnica attuale e quella precedente.
Maran era alla continua ricerca della migliore miscela da mandare in campo con il risultato di ingenerare confusione tra i calciatori che non avevano certezze.
Logicamente parte di questa situazione era ascrivibile ai postumi del COVID, ma era anche dovuta al fatto che l’allora mister non aveva le idee chiare.
Con il normalizzatore Ballardini, le cose sono radicalmente cambiate seppur la rosa sia, Strootman a parte, la medesima che era stata consegnata al mister veneto.
La gara di ieri, ma anche quelle con Bologna, Cagliari, Spazia, Crotone ma anche con Atalanta e Sassuolo, sono la dimostrazione che il miglior modo per giocare al calcio, sia farlo utilizzando i calciatori a disposizione mettendoli nelle condizioni di svolgere al meglio i compiti assegnati.
Per tornare alla partita di ieri lo svolgimento ha evidenziato l’attuale differenza di cifra tecnica tra i granata ed il Genoa.
La sensazione era che anche avessimo proseguito a giocare per una giornata intera, l’unica squadra che avrebbe potuto fare gol era il Grifone.
Qui sta l’unico appunto che si può muovere dopo il match.
Bisognerebbe essere maggiormente cinici.
Le occasioni capitate ieri, fanno il paio con quelle avute e non sfruttate in ordine sparso con Atalanta, Juventus, Bologna e soprattutto Cagliari. Anche contro il Napoli, seppur la capitalizzazione sia stata migliore, non tutte le occasioni reali o potenziali sono state realizzate.
Certamente non è semplice tramutare in raccolto tutto ciò che si semina, tuttavia aumentare la dose di freddezza nello sviluppo delle azioni offensive, nell’ultimo passaggio o nella conclusione dovrebbe essere l’ultimo step da completare per ottenere la completa maturazione della squadra.
Per carità questo discorso non vuol certamente essere una critica, ma il solo spunto su cui lavorare e migliorare.
La differenza vista ieri sul rettangolo verde è stata imbarazzante.
Sembrava che a fronteggiarsi fossero il Genoa delle ultime stagioni contro una squadra di media classifica.
Ora, dopo il riposo, testa al Verona.
Sarà una partita da vivere senza l’obbligo di vincerla ma sempre assolutamente senza mai abbassare la guardia.
Per evitare brutte sorprese.
Luca Ferrari