Nella marcia di avvicinamento a Torino-Genoa ci affidiamo a Luca Calzetta, collega di “Realtà genoana”, che ci offre il punto di vista di un cronista al seguito dei liguri verso il match di sabato alle 15 tra i granata di Davide Nicola (ex di giornata) e il Genoa di Davide Ballardini.
Buongiorno Luca, Davide Ballardini ha rivitalizzato il Genoa. È lo stesso Grifone delle precedenti gestioni del tecnico?
“Le esperienze di Ballardini sulla panchina del Genoa sono l’una diversa dall’altra. Questa squadra ha più qualità rispetto alle precedenti. Questo Genoa sa fare perfettamente la fase difensiva e lo ha dimostrato, pur soffrendo contro un Napoli sotto di due gol, nell’ultimo turno. Però, oltre a difendere bene, il Genoa di Ballardini aggredisce alto. In effetti, molti gol realizzati dopo l’arrivo di Ballardini sono nati da palloni recuperati in zona d’attacco. Chiunque gioca con il Genoa nell’ultimo periodo si trova in difficoltà a causa della carica agonistica e dell’ordine del Grifone”.
Ci tolga una curiosità: che tipo di rapporto esiste tra Ballardini e Preziosi?
“Il rapporto tra i due non è dei migliori. L’ultimo esonero era finito male. Preziosi aveva definito Ballardini un allenatore scarso e non in grado di gestire un gruppo, eppure l’ha richiamato per la quarta volta. La prima volta ha concluso addirittura al decimo posto con 51 punti, il secondo anno il Genoa era in difficoltà ed è riuscito a salvare la squadra. Anche la terza esperienza è andata più o meno nella stessa direzione della seconda. L’ultima volta che era stato esonerato Ballardini aveva comunque conquistato 12 punti in 7 partite. Non esiste grande alchimia tra Ballardini e Preziosi, però il direttore Marroccu sta facendo bene da cuscinetto tra presidente e allenatore. Allenatore e presidente non si incontrano quasi mai e non parlano quasi mai assieme. L’intermediario del tecnico è Marroccu che conosceva già dai tempi di Cagliari. Il fatto di non avere rapporto paradossalmente rafforza il rapporto tra i due”.
Che impatto ha avuto Strootman sul Genoa?
“È arrivato con un’umiltà straordinaria. Vuole fare bene. Ha il pregio di far giocare bene anche gli altri. Ha alzato il livello negli allenamenti e di tutta la mediana del Grifone. D’altronde il rendimento di Zajc e di Badelj è cresciuto esponenzialmente nelle ultime settimane. L’assenza a Torino di Badelj davanti alla difesa preoccupa parecchio il mondo genoano. È un perno imprescindibile nel Genoa attuale e nelle ultime otto partite è quello che, insieme a Strootman e Destro, si sta esprimendo meglio. Non averlo a Torino sarà un grave guaio per il Genoa, perché è un centrocampista strutturato fisicamente e molto intelligente”.
Senza Badelj, assente per squalifica, che Genoa dovremo attenderci?
“Nell’unica gara senza Badelj è stato schierato Rovella. Io personalmente ho il dubbio che possa schierare Behrami con Strootman e Zajc. In tanti, però, sostengono che partirà Rovella perché è il sostituto naturale di Badelj. Per il resto credo che non ci saranno cambi rispetto al Napoli. Anche se Zapata è tornato in gruppo, così come saranno a disposizione Masiello, Pjaca e Shomurodov che hanno saltato il Napoli”.
Un’ultima domanda sul grande ex di giornata: Davide Nicola. Che ricordo ha lasciato a Genova?
“A Genova sono tutti innamorati della persona. Davide è cresciuto al Genoa dai 12 ai 27 anni. Ci ricordiamo tutti la scena di quando portò il proprio bambino sotto la gradinata. Anche dal punto di vista tecnico il Genoa non può che ringraziare Nicola: ha preso la squadra alla diciottesima giornata con 14 punti e l’ha salvata con 38 punti. Prima del lockdown era riuscito anche a far esprimere un buon calcio al Genoa. Noto che anche il Torino di Nicola sta prendendo forma e assomiglia molto al Genoa pre-lockdown. Poi, la lunga sosta non favorì il Genoa che pagò lo scotto fisico e non fu molto brillante tra giugno e luglio. Tutti ci aspettavamo la riconferma di Nicola: sarebbe stata una grande gioia per la piazza. Ora, sono contento che Davide si sia trasferito al Torino perché è innamorato dei colori granata”.