Il 1995 era un momento di fermento in città, l’occupazione dell’università e gli spazi aperti ci facevano incontrare con Claudio, uno degli ultimi momenti che ho di lui, è a Santa Croce, stava discutendo di qualcosa, non ricordo di cosa, ma ricordo la sua energia. Di quella maledetta domenica di Gennaio, i miei ricordi fissano alcuni istanti, uno di questi è l’ambulanza che scorre via e si porta via Claudio. Conseguenza della morte immediatamente fu la rabbia, che esplose alla fine del primo tempo…
Nei giorni successivi mentre si cercava di comprendere la tragedia, la mia Genova era avvolta da un lutto, e fermò la mia vita. Le mie amicizie e il mondo al quale appartenevo erano stati stravolti. I quartieri di San Teodoro , Sampierdarena e poi di tutta la città furono coperti dai manifesti che ricordavano Claudio. Il nostro dolore arrivò ai vertici del Calcio, sospesero il campionato. Il funerale e poi il raduno furono passaggi che riempirono quelle settimane. Compresi in seguito che Claudio con la sua morte rappresentò la fine di un’epoca. Negli anni del processo, emerse che i suoi assassini avevano programmato quell’omicidio. Il nostro mondo era ed è amore per il football per quei “Milanisti” era stato altro, rimaranno sempre miserie umane. Claudio vive nei nostri cuori, vive nel ricordo di chi l’ha conosciuto e vive nella memoria di tanti che non lo vogliono dimenticare.
Claudio con noi.